Federico Cina indaga la brutalità del cambiamento

Attraverso la collezione autunno/inverno 2024, andata in scena durante la Milano Fashion Week, Federico Cina riflette sul momento in cui a un certo punto della vita qualcosa di inevitabile accade: si incontra il mondo, la realtà, le cose per quello che sono. 

La conclusione a cui è giunto il designer è che ogni passaggio di stato è brutale e spietato, così come ogni attraversamento e ogni soglia verso un altrove lo è. 

E se è vero che tutti i gesti in cui inevitabilmente si demarca un prima e un dopo generano a posteriori una netta divisione, le fondamenta del guardaroba vengono vagliate dalla forza centripeta della pulizia, dal taglio netto e da una sartoriale freddezza. Le linee sono quindi dritte e precise, i tagli ancora a vivo e le silhouette più rigorose che mai. Giacche e cappotti rigidi nella costruzione diventano la struttura ferrea della narrazione di un corpo che si spoglia vestendosi solo di essenzialità e struttura.

Allo stesso tempo lo stilista cerca di individuare anche i colori che fanno parte del cambiamento e ne esce rincorrendo le cromie del nulla utilizzate nei quadri di Luigi Grossi, artista proteso a catturare l’ineffabile e restituire presenza alle sensazioni umane. Ecco allora che la palette racconta della pietra, della nebbia e dell’inverno assopito abbracciando con forza l’istante in cui si accetta l’atto trasformativo come evoluzione.