“GLITCHED YEARS” e il percorso in Machete, face to face con Young Miles

I talenti della nuova scena street in Italia non sono solo rapper e ce lo conferma Young Miles, il giovanissimo producer di casa Machete che ha firmato il beat di “Star Wars”, il singolo di Fabri Fibra e Massimo Pericolo contenuto nel “Machete Mixtape 4”.

Il producer classe 2002 di origini romane, dopo diverse produzioni, ha da poco fatto capolino su tutte le piattaforme di streaming con “GLITCHED YEARS”, il suo primo album. Per l’occasione, Young Miles ci ha raccontato come è iniziata la sua passione per la musica, il percorso con Machete, le influenze musicali e cosa c’è nel suo futuro.

Sei senza dubbio uno dei più giovani producer della scena italiana, come ti sei appassionato alla musica? 

Mi sono appassionato alla musica grazie a mio padre, ex Dj che mi ha immerso sin da subito nel suo mondo. A 8 anni ho ricevuto la mia prima vera console che mi ha accompagnato insieme a Traktor nel mixing per i successivi anni. Anche se avevo la grande curiosità di scoprire cosa si cela dietro una traccia (canzone/strumentale), o meglio, come si crea una canzone da zero. Ho scoperto FL Studio all’età di 11/12 anni circa e da lì, ho iniziato a “giocare”.

Come si passa dal produrre musica nella propria stanza a rendere tutto “reale”? 

Per me non è un passaggio, la mia cameretta è il mio mondo, la musica che produco qui ha delle emozioni proprie. Non c’è stato un vero passaggio, la differenza ora è che non produco solo nella mia cameretta. Affido dei mood a ogni location, in cui posso creare la mia “bolla”.

Su diversi singoli usciti nell’ultimo “Machete Mixtape” c’è la tua firma. Machete è senza dubbio una delle realtà più influenti e autorevoli nel nostro panorama musicale, come è iniziato il tuo percorso con loro? 

Ho conosciuto Slait su Fortnite, mi seguiva già su Instagram. Sin da subito ha spinto il mio talento insieme a Hell Raton. La mia seconda produzione per loro è proprio quella in “Machete Mixtape”, da lì non ho più pensato ad altro, avevo solo voglia di sperimentare e creare altra musica.

“GLITCHED YEARS” è un titolo che non passa inosservato, il richiamo al concetto di “glitch”, proprio del mondo dei videogiochi, è infatti piuttosto immediato. Per quale motivo l’hai scelto e cosa rappresenta per te? 

In generale sono affascinato da ogni forma d’arte che ci circonda, una in particolare è quella dell’informatica/elettronica, dove all’interno troviamo il concetto del “glitch”. L’EP è basato proprio su questo concetto che segue le mie batterie storte e i bassi ancora più malati. In “abscond” ho usato in alcune parti dei file audio corrotti volontariamente, suonano “glitchati”, registrazioni infinite di smanetti con il Subsequent.

Nel disco sono presenti sonorità molto particolari e diversi richiami a suoni anche lontani dall’immaginario dell’attuale ambiente rap e della musica urban in generale. Quali sono le tue influenze musicali? Cosa ti ha ispirato in questo percorso? 

Sin da piccolo ascoltavo l’EDM, diciamo che ho visto scorrere l’evoluzione di essa, partendo dalla cassa dritta di Tiesto fino ad arrivare al grime/dubstep di Skrillex, GETTER. Ascoltavo molto anche l’hip hop e l’hip hop sperimentale, groove unico.

Night Skinny, tha Supreme e Sick Luke, sono molti gli artisti che hanno contribuito a creare l’attuale visione dei producers come figure non necessariamente legate ai rapper. Come vivi questa evoluzione? 

Non noto molto questa distinzione tra la visione attuale e quella di diversi anni fa, forse perché vengo da una realtà, quella dell’elettronica, dell’EDM, in cui non esiste questa distinzione. Per me i producer erano e sono artisti, così come i cantanti.

Cosa c’è nel tuo futuro?

C’è dietro una concezione molto “brainstorming”, come nelle mie tracce d’altronde. Il mio futuro è la bolla d’ispirazione che si crea mentre produco, è un po’ il mio mondo sicuro, distaccato dalle influenze negative. Lo definisco spesso “5019” per il semplice fatto che il 2019 per me è stato un anno molto importante che, proiettato nel futuro, per me va avanti fino al “5019”, ha un valore unico.

Se non avete ancora ascoltato “GLITCHED YEARS” potete farlo qui sotto.