Un gruppo di giudici conservatori sta cercando di mettere in discussione la famosa sentenza Roe vs. Wade che dal 1973 garantisce l’interruzione della gravidanza negli Stati Uniti. Di conseguenza, per quanto possa sembrare un tema ormai ampiamente superato, il dibattito sull’abolizione o meno del diritto all’aborto si è tornato a riaccendere in attesa che la Corte Suprema si pronunci in modo definitivo.
Nel frattempo alcune aziende come Gucci hanno tenuto a esprimersi contrarie e appoggiare le donne, dimostrando la convinzione che l’accesso all’assistenza sanitaria riproduttiva sia un diritto umano fondamentale.
La maison ha infatti annunciato attraverso una lunga dichiarazione che fornirà il rimborso del viaggio a qualsiasi dipendente che abbia bisogno di accedere all’assistenza sanitaria non disponibile nel proprio Stato. Inoltre, con la propria organizzazione no profit Chime for Change, il brand sosterrà anche le organizzazioni partner per garantire e facilitare l’accesso alle adeguate cure.
Negli ultimi dieci anni Gucci ha raccolto oltre 19 milioni di dollari aiutando circa 630.000 donne in ben 89 Paesi e con la collezione Cruise 2020 il direttore creativo Alessandro Michele ha fatto sfilare capi caratterizzati dalla scritta “My Body My Choice”, ricami ispirati all’utero e date storiche quali 22.5.78 in riferimento alla legge italiana che ha facilitato le modalità di accesso all’aborto.
La notizia resta dunque in linea con la politica della griffe, da sempre impegnata a usare la sua voce e le sue risorse nella lotta globale per la parità di genere.