Quando si pensa alla Danimarca come paese del design vengono in mente immagini rassicuranti, con linee semplici, colori pastello e forme minimali. Ci sono designer il cui ultimo scopo è proprio riscrivere i termini di questa estetica e costruiscono la loro immagine dallo “sporco” della Danimarca. Jannik Wikkelsø Davidsen, creative director e founder del brand Danese Han Kjøbenhavn, è uno di loro.
Questa è la quarta volta che presenta le sue collezioni alla settimana della moda maschile a Milano e ci ha raccontato il suo brand e rivelato alcuni dei segreti dietro all’estetica cruda e un po’ grunge di questa nuova wave di design danese. “La percezione del design danese è molto pulita, ma ci sono diversi volti della Danimarca” ci confessa Jannik Wikkelsø Davidsen, “da dove vengo io non è così pulito; voglio portare il mio heritage, la mia infanzia e la sua atmosfera nei miei design”. Nascosto sotto uno spesso strato di hygge, scopriamo l’inesplorato e ancora poco conosciuto universo di una moda fatta di silhouette spinose e figure innaturali.
Il nome della collezione Staying on the Moon è già rivelatore dell’allure distopica della collezione. “È un modo di apprezzare l’individualità, sentirsi distanti e alienati dalla cultura e il mondo che ti circondano” spiega brevemente Jannik Wikkelsø Davidsen. Il brand ha esplorato diversi sentieri verso l’imperfezione, l’unicità e la durezza sperimentando con le silhouette, il tailoring, i materiali e gli accessori.
Venendo dal mondo cinematografico, e con un passato nella scultura e nella direzione artistica, l’estetica complessiva è decisamente molto importante per il direttore creativo. Jannik Wikkelsø Davidsen parla del processo creativo come di un viaggio radicato nella narrazione: creare una storia, costruire un’estetica, catturare dei sentimenti e mettere insieme una community che si identifica facilmente in tutto questo. “Le collezioni cambiano ogni stagione ma le emozioni devono restare” spiega con semplicità, “ho bisogno che le persone si sentano emotivamente connesse con quello che faccio”. L’intero processo è molto concettuale e questo è il motivo per cui Jannik Wikkelsø Davidsen vuole catturare i sentimenti dietro alla collezione per comunicarli nel miglior modo possibile attraverso gli editorial, short film e social media.
È iniziato tutto dall’eyewear, “L’elemento scultoreo era quello che amano degli occhiali” ci spiega il designer. “Sono passato dal fare installazioni d’arte, alla direzione artistica e cinematografica, e solo poi ho costruito il mio brand”. C’è molto del suo passato che si riflette ancora oggi nelle sue collezioni: dall’elemento sartoriale che prende molto dalla scultura, alla forte strategia di comunicazione proveniente dalla cinematografia, fino alla sinfonia di tutti questi elementi. Per Han Kjøbenhavn, le collezioni si costruiscono al contrario. “Per prima cosa creo la narrazione, e poi costruisco intorno ad essa la collezione come se fosse una scultura emotiva” afferma Jannik Wikkelsø Davidsen. Le sue creazioni sono realmente scultoree il più delle volte: spalle strutturate, pantaloni che allungano la figura all’estremo, ritagli che funzionano come volte di cattedrali e talvolta finestre sul corpo nudo, completi tailored in pelle e sculture di mani aliene usate come accessori contorti.
“Il modo in cui dai forma al tuo corpo, la percezione stessa del tuo corpo nei vestiti è sempre stato un elemento potente per me” ci racconta Jannik Wikkelsø Davidsen parlando di streetwear e tailoring allo stesso tempo. Il suo lavoro si basa tutto sull’equilibrio. Dove il distopico prende il sopravvento per deformare silhouette e corpi, il tailoring tradizionale arriva in soccorso per restaurare proporzioni e dimensioni. Dove la distruzione prevale, un look raffinato e argentato si intromette per riportare equilibrio. “Voglio solo creare quello che mi sembra giusto in quel momento, è troppo difficile imporsi dei limiti” spiega parlando dei suoi design e della community dietro ad Han Kjøbenhavn.
Ogni persona sul loro Instagram fa parte della community, tutti aiutano a costruire la casa di moda, lavorano insieme e, cosa più importante, sono amici. Loro sono le muse dietro alle collezioni e allo stesso tempo i modelli che le indossano. “Quando disegno una collezione, la persona che ho in mente è sempre un membro della community; loro sono le persone che trovo più stimolanti, uniche e belle, quelle di cui mi piace circondarmi” illustra Jannik Wikkelsø Davidsen. Loro sono pronti ad accogliere chiunque voglia unirsi alla community: loro sono le persone che vogliono vestire.