Perché Hello Kitty ha sfondato

Hello Kitty, l’amato personaggio dei cartoni animati che da generazioni regala sorrisi a bambini e adulti di tutto il mondo, festeggia quest’anno il suo 50° anniversario. A prima vista può suscitare immagini di infantilismo o innocenza. Tuttavia, questa simpatica creatura è più potente di quanto possa sembrare.

Nata in tempi turbolenti dopo la prima crisi petrolifera del Giappone negli anni ’70, Hello Kitty è stata inizialmente creata come personaggio per aiutare a vendere nuovi prodotti. E lo ha fatto, apparendo su qualsiasi cosa, dalle scarpe da ginnastica ai tovaglioli di carta, fino alle bacchette, agli aeroplani e alle piastre per i panini. 

Il disegno originale fu realizzato nel 1974 dalla designer giapponese Yuko Shimizu per l’azienda Sanrio. Un anno dopo, la sua immagine, compreso il suo caratteristico fiocco rosso, fu presentata al pubblico su un piccolo portamonete in vinile per bambini venduto a meno di un dollaro. Da allora, il suo adorabile volto inespressivo è apparso su giocattoli, abbigliamento e altri prodotti in tutto il mondo, il suo fascino universale è stato anche oggetto di tesi di dottorato. Naturalmente, oggi è anche una star di TikTok.

Il design essenziale è uno degli aspetti chiave del suo successo, l’uso di poche linee e la quasi totale assenza di dettagli hanno permesso al disegno di restare attuale e immediatamente riconoscibile, oltre a lasciare ampio spazio a personalizzazioni – Hello Kitty nella giungla, maestra di scuola, artista, tennista, rocker… – e collaborazioni, che l’azienda Sanrio ha sempre valorizzato – tra cui anche alcune con famose case di moda come Nike, Yohji Yamamoto, Balenciaga, Comme des Garçons, Uniqlo, Louis Vuitton. 

Il minimalismo nella rappresentazione non è solo una scelta vincente dal punto di vista commerciale, ha anche un ruolo fondamentale nello stabilire un rapporto con le persone. Hello Kitty infatti, nella semplicità dei suoi tratti non ha la bocca, lasciando così la libertà a chi la osserva di vedere in lei ciò che vuole; “Kitty sembra felice quando le persone sono felici. Sembra triste quando sono tristi. Per questo motivo psicologico, abbiamo pensato che non dovesse essere legata ad alcuna emozione – ed è per questo che non ha la bocca”, ha dichiarato la sua ideatrice.

Hello Kitty e i gatti in generale occupano un posto di rilievo nell’estetica ‘cute’ una delle più importanti della nostra epoca, nonché una vera e propria industria a sé stante. Tutto è iniziato con i gatti. Quando a Tim Berners-Lee, inventore di Internet, fu chiesto di indicare un uso di Internet che non aveva previsto, rispose con una sola parola: “gattini”. Un’indagine ha stabilito che i gatti guidano circa il 15% del traffico internet. Al fenomeno è anche dedicata una pagina di approfondimento su Wikipedia chiamata ‘Cats and the Internet’. Joshua Dale, pioniere del fiorente campo degli studi sulla ‘cuteness’, ritiene che ci sia una ragione psicologica innata per cui siamo attratti da queste qualità e spiega come l’estetica cute si sia diffusa in tutto il mondo. Le cose carine attivano i centri del piacere del nostro cervello e ci preparano ad agire con empatia e compassione.

Octopus x Hello Kitty “Halloween” edition

Il fenomeno globale del “cute” va di pari passo con il “kawaii”, parola giapponese che letteralmente si traduce con “carineria”. La moderna cultura kawaii è nata nel 1914, quando l’artista e illustratore Yumeji Takehisa aprì un negozio nel centro di Tokyo che vendeva accessori e articoli di cancelleria con motivi occidentali, come funghi e castelli, destinati alle studentesse. Con il progredire del XX secolo e la crescita del potere del “cute”, il movimento ha iniziato a esplorare anche temi più oscuri e critici. Si pensi all’esplosione dello streetstyle ribelle a Tokyo – il cosiddetto “stile Harajuku”- spesso visto come una spinta contro le rigide norme sociali giapponesi.

Nel 2010, Hello Kitty è stata descritta come un “fenomeno di marketing globale” ed è ambasciatrice del turismo per il Giappone, ambasciatrice dell’UNICEF per i bambini e, più recentemente, sostenitrice speciale di Expo 2025 Osaka, Kansai. In onore dei festeggiamenti per il suo 50° anniversario, è emersa una rivelazione scioccante. La Sanrio, ha recentemente annunciato che la famosissima gatta non è, in realtà, un gatto. La direttrice del Retail Business Development dell’azienda, Jill Cook, ha fatto questa confusa rivelazione al Today morning show della NBC, lasciando molti fan confusi e dubbiosi. “Hello Kitty non è un gatto”, ha esordito “In realtà è una bambina nata e cresciuta nei sobborghi di Londra”. 

A confermare questo fatto sono arrivate le parole di Re Carlo di Inghilterra che durante un banchetto di Stato a Buckingham Palace con l’imperatore giapponese Naruhito, ha detto: “Forse mi permettete di ricordare una persona in particolare che quest’anno compie cinquant’anni. È cresciuta in un sobborgo di Londra, un’imprenditrice che si è fatta da sola e vale miliardi di dollari […] non posso che augurare un felice compleanno a… Hello Kitty!