I bagni pubblici di Tokyo invocano l’architettura

È il 2020 e Shibuya, il distretto più all’avanguardia di Tokyo, inizia a popolarsi di micro-architetture destinate a smentire per sempre ogni stereotipo sui bagni pubblici. Il progetto si intitola “The Tokyo Toilet” e coinvolge 16 tra architetti e creativi di fama internazionale. Ecco alcune delle architetture più interessanti.

Tra le prime ad essere inaugurate, le due strutture di Shigeru Ban catturano subito l’attenzione di molti poiché realizzate interamente in vetro trasparente. Tuttavia, la privacy è garantita: chiudendo la porta a chiave, come per magia, i vetri si opacizzano all’istante.

Altro nome altisonante è quello di Tadao Ando che partecipa al progetto con un intervento all’interno del Jingu-Dori Park. Il piccolo padiglione a pianta circolare si caratterizza per la copertura a sbalzo e un abile utilizzo della luce lasciata filtrare nello spazio interno.

Il creative director Kashiwa Sato, invece, opta per una soluzione completamente bianca con l’obiettivo di inserire, nella zona molto frequentata di Ebisu Station, un’architettura discreta. Il risultato è un candido cubo apparentemente sospeso nell’aria.

Altrettanto bianco è il progetto dell’architetto Sou Fujimoto incentrato sulla condivisione. A separare la strada dai bagni, infatti, si trova, come un enorme lavandino, una superficie comune dove lavarsi le mani tramite rubinetti posizionati a diverse altezze.

Nao Tamura, product designer stabilitasi a New York, firma un’architettura impossibile da non riconoscere passeggiando per Tokyo. Si tratta di una struttura rossa il cui disegno rimanda all’Origata, la tradizionale arte giapponese di impacchettare doni e regali.

Presenza inaspettata è quella di NIGO che interpreta il bagno pubblico come un luogo ospitale. Prendono forma, così, dei servizi igienici con l’aspetto di una tradizionale abitazione compresa di tetto, porte, finestre e persino una staccionata perimetrale. 

Kengo Kuma interviene all’interno del Nabeshima Shoto Park facendo eco all’ambiente naturale circostante. I cinque bagni sono completamente rivestiti con assi di cedro e collegati da quello che l’architetto intende come un sentiero che si inoltra nella foresta.

Anche il progetto di Fumihiko Maki si adatta al sito di costruzione, in questo caso un’area utilizzata dagli abitanti come parco giochi per bambini. Per questo, il padiglione va oltre il bagno pubblico presentandosi come un’architettura da attraversare e da vivere.