I motivi per cui dovresti guardare The Gentlemen

All’interno dell’infinita serie di programmi e serie tv che quotidianamente sono pubblicati sulle diverse piattaforme, la cosa più difficile è riuscire a distinguersi dalla massa. Non c’è una formula magica per il successo, ma ogni prodotto può avere una chance se contiene le giuste caratteristiche. 

Un esempio concreto di come questo possa avvenire è “The Gentlemen“, serie tv prodotta da Guy Ritchie – per chi non lo conoscesse, è il regista di “Lock, Stock and Two Smoking Barrels”, “Snatch” e “Sherlock Holmes” – e spin off dell’omonimo film uscito nel 2019. 

Esclusiva di Netflix e uscita un po’ in sordina, il progetto è diventato subito una delle serie più viste in Italia, superando anche la molto più pubblicizzata “Supersex“. Diversi sono i motivi per cui vale la pena recuperare questo prodotto. 

In primis non è necessario aver visto il film per apprezzare la serie, si tratta infatti di due prodotti affini per tematica, ma che seguono storyline separate. Di conseguenza, è godibile e comprensibile anche senza aver visto il suo predecessore. Anche se il motivo principale è la mano di Guy Ritchie, che ne è produttore esecutivo e dirige i primi due episodi. 

La sua visione e il suo gusto permeano l’intera serie che alterna ironia e dramma, alto e basso, ritmi frenetici e concitati a momenti di fredda programmazione e preparazione – i secondi permettono alla trama di progredire. 

Il protagonista della storia è Eddie Horniman, interpretato da Theo James, ex militare e appartenente ad una delle più antiche casate nobiliari inglesi, che inaspettatamente eredita la grande proprietà di campagna della famiglia, solo per scoprire che il padre aveva stretto accordi con i maggiori produttori di cannabis del paese. Nonché che il fratello maggiore, Freddy, ha contratto un debito milionario con un allibratore locale. La decisione di voler liberare la famiglia dal giogo criminale e il fratello dai debiti lo porterà a entrare sempre più in profondità in una giungla che non conosce, ma in cui scopre di poter giocare un ruolo rilevante. 

La scelta di mettere a confronto un pezzo dell’aristocrazia inglese con il mondo della criminalità organizzata, permette di accentuare ulteriormente le differenze, mettendo in luce quanto questi mondi siano in realtà vicini e – in questo caso – comunicanti. 

Le diversità e similitudini sono accentuate e marcate sia con la musica che con il costume design. Gli abiti dei diversi interpreti rappresentano bene il grado di appartenenza e rilevanza all’interno del sistema gerarchico criminale, più si alza il livello, più si abbandonano le tracksuit e i vestiti comuni come denim, felpe, t shirt, e abbondano gli abiti sartoriali – in questo senso la sequenza di apertura dell’ottavo episodio è esplicativa. 

Poi c’è la colonna sonora, che è veramente interessante e segue le medesime dinamiche appena raccontate, alternando musica classica a tracce urban, mantenendo un sound peculiare per la durata della serie.

Per tirare le fila del discorso, “The Gentlemen”, è una serie tv che vale la pena guardare per la straordinaria capacità di riuscire ad intrattenere senza risultare pesante ne stancare, la scrittura è infatti brillante, la messa in scena ottima, la dinamica appassionante e la regia quasi sempre. I personaggi sono spesso ben caratterizzati pur nella loro semplicità, con alcune eccezioni che alzano il livello come Freddy Horniman e John “The Gospel” Dixon. 

In definitiva si tratta di uno di quei prodotti seriali di alto livello che non vuole lasciare grandi messaggi, e che non ha grandi pretese, se non quella di essere molto godibile per un pubblico interessato ad una serie action che tuttavia non scada nel banale. E il risultato è assolutamente centrato, per questo “The Gentlemen” non può mancare nella vostra watchlist di marzo.