Cosa ci aspettiamo dal disco di Izi? Sorprese. Il giovane esponente della scena ligure ne ha fatta di strada da “Fenice” ad oggi, e ora, con la sua ribellione, sembra essere arrivato il momento di tornare a dar fastidio a chi non ha ancora aperto gli occhi.
“Riot” sarà il nuovo album di Diego, un disco che ci ha già dimostrato di essere diverso dall’uscita di “Pusher“, incredibile produzione di Sick Luke su cui il rapper ha deciso di farsi accompagnare dagli amici Vaz Tè e Guesan, con l’aggiunta di Tedua nel video musicale. Izi è stato chiaro: ha bisogno di riunire la Wild Bandana, di sentire la sua famiglia vicino. Impossibile quindi immaginarsi un disco senza di loro, ma se da una parte Izi ha voluto fare questo ritorno in patria, dall’altra ha passato gli ultimi due anni a Milano, e forse neanche questo gli è bastato.
Izi ha viaggiato, lontano, seguendo le orme di Sfera che è appena tornato con un disco da far paura. Non possiamo ancora essere certi sulle collaborazioni e sui sound che Izi porterà all’interno di “Riot“, ma qualcosa ci dice che le influenze straniere saranno molteplici.
La scena francese è quella che forse lo ha influenzato di più, il rapper ligure è infatti entrato in contatto con diversi artisti della Universal Music France, ma non solo. Ha lavorato con il jazzista Rémy Béesau, con il rapper tedesco Farid Bang, con LA$$A, con il compositore Prinzly, che ha realizzato produzioni anche per l’ultimo album di Damso. E ancora, con il produttore belga Todiefor e con diversi artisti sudamericani tra cui Feid, Carmen DeLeon e Drea Dury.
Nell’ultimo anno ha anche preso un volo diretto a Miami per lavorare insieme a Ronny J, mentre l’unico artista italiano – oltre la Wild Bandana – con cui lo abbiamo visto in studio è Gué Pequeno.
Insomma, una molteplicità di nomi per niente banali, piuttosto ricercati per portare in Italia quell’assaggio di rivoluzione che Izi si sente nel sangue.