I TikToker sono giornalisti?

Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, la UEFA ha deciso che nella sua principale competizione calcistica per Nazionali del 2024, l’Europeo, i TikToker avranno lo stesso spazio che normalmente viene riservato ai giornalisti accreditati. Perché la scelta della UEFA differisce dalle precedenti accreditazioni media alle competizioni sportive? Cosa comporta questa scelta? Ma soprattutto fa sorgere una domanda: i TikToker sono giornalisti?

Andiamo per gradi. EURO 2024 non sarà la prima volta in cui i creators potranno accedere alla competizione: già ai Mondiali 2018 abbiamo visto un dispiegamento di content creator, ma in quel caso furono i brand partner della competizione a invitarli, non furono accreditati dal punto di vista mediatico dalla competizione stessa. Praticamente, risultavano a livello tecnico più come ospiti che come comunicatori. Ovviamente i TikToker non potranno avere accessi speciali o riprendere fasi di gioco, come vale per ogni giornalista che non sia un operatore di camera, ma potranno portare avanti il proprio lavoro e il conseguente racconto dalla cosiddetta “zona mista”, un’area in cui normalmente i giornalisti possono operare e realizzare contenuti, oltre che recuperare dichiarazioni dai protagonisti. Inoltre questi avranno accesso alle postazioni normalmente riservate alla stampa. Insomma, un trattamento giusto e corretto da riservare a chiunque stia lavorando per comunicare un evento sportivo e il suo svolgimento.

Quello che la UEFA ha fatto è stato letteralmente spostare la considerazione dei content creator, alterandola. Come detto, non è strano vedere content creator ad eventi sportivi, ma il più delle volte questi arrivano a certi contesti solo tramite sponsor, quindi con lo scopo di pubblicizzare qualcosa. Nonostante le critiche che sta ricevendo (più che altro da giornalisti professionisti), la UEFA potrebbe aver fatto una mossa molto importante per la trasparenza dei contenuti trasmessi e realizzati dai creator digitali e, specialmente dei TikToker, liberandoli dall’obbligo di un legame con un prodotto da pubblicizzare in maniera più o meno velata, facendo quindi arrivare all’osservatore finale solo il messaggio relativo alla competizione sportiva in oggetto. Insomma, la UEFA potrebbe (il condizionale è ancora d’obbligo, per forza di cose) aver incentivato alla trasparenza comunicativa di un mondo che non è solito vivere di controlli e fact checking.

Parliamo inoltre di una decisione che andava fatta anche solo per rimanere al passo con i tempi. Come diversi anni fa, con l’esplosione dei blog e del giornalismo digitale, anche gli enti sportivi hanno aperto le porte ai giornalisti non iscritti all’Ordine e alle testate meno istituzionali, allo steso modo ora è toccato ai TikToker e agli altri creator digitali. Questi termini infatti includono figure in grado di raggiungere un pubblico mastodontico, un pubblico che è anche spesso giovane e utilizza altri canali per informarsi, non per forza legati ai nomi più tradizionali, canali su cui, tra l’altro, sono spesso attivi anche i calciatori stessi, figli anche loro di una nuova generazione.

Insomma, TikToker e content creator sono giornalisti? Alcuni di loro sì, altri no. Come in ogni cosa, esistono le zone grigie. Allo stesso modo però, anche loro devono essere messi nelle condizioni per comunicare nel modo migliore, d’altronde se raggiungono un certo livello di notorietà e di conseguente pubblico, un motivo ci sarà, quindi è giusto che anche loro possano lavorare nella maniera corretta, indipendentemente dal proprio background di studi o dal fatto che facciano parte di un grande gruppo editoriale o meno.