Il dominio di Oakley nel mondo degli occhiali sportivi è innegabile: nessun marchio è mai riuscito a detronizzarlo ed è molto probabile che questo non accadrà a breve. Il motivo è semplice: una ricerca e un’evoluzione – sia dal punto di vista tecnologico sia del design – che non si sono mai fermate dalla fondazione del brand negli anni ’70. Questo ha permesso a Oakley di scrivere pagine e pagine di storia, di essere partecipe – se non responsabile – nelle vittorie sportive più epiche e nei momenti più iconici a livello pop, che vanno dai look di Dennis Rodman alle apparizioni in Spy Kids e X-Men. E quale occasione migliore delle Olimpiadi, l’evento sportivo per eccellenza, per celebrare la storia e l’innovazione del marchio? In occasione dei giochi di Parigi 2024, Oakley ha infatti deciso di “spostare” il proprio headquarter da Foothill Ranch in California alla capitale parigina, dando vita al “The Oakley Exoplanetary Bunker”: uno spazio dallo stile brutalista, ispirato proprio all’architettura della sede americana, collocato nei sotterranei di Palais Brongniart, sede della Borsa di Parigi fino al 1987.
“Da Oakley non crediamo nel predirre il futuro, ma nel crearlo. Non ci limitiamo a essere spettatori di qualcosa di grande, vogliamo ispirarlo e realizzarlo. E l’Oakley Exoplanetary Bunker è un modo per onorare questa ossessione e celebrare il nostro futuro.”
Caio Amato, Chief Marketing di Oakley
Per tutta la durata delle Olimpiadi, il Bunker si è trasformato nel rifugio per gli atleti del Team Oakley, un’area pensata per assicurare ai propri campioni il supporto e il riposo necessario per prepararsi alle gare. All’interno del gigantesco auditorium, aree ristoro, schermi per guardare le varie discipline e macchinari per il recupero fisico (la “Shiftwave Experience”) sono a disposizione di ogni sportivo della famiglia Oakley: insomma, una vera e propria casa sicura e protetta dove liberare la mente dallo stress della competizione.
Ma ovviamente non finisce qui: l’Exoplanetary Bunker è anche un tributo ai quasi 50 anni di storia di Oakley. Il “Muzm” ripercorre infatti tutte le principali innovazioni firmate da Oakley attraverso modelli iconici che, negli anni, sono diventati l’emblema dell’avanguardia e dello spirito di rivoluzione che caratterizzano il brand. Dall’Over the Top indossato da Ato Boldon alle Olimpiadi di Sydney del 2000 ai Mars Leather disegnati insieme a Michael Jordan – e resi celebri da Brad Pitt in Fight Club: tutto racconta un percorso che parte nel mondo performance, per poi cambiare le regole del settore eyewear e, perché no, anche del mondo della moda in generale.
Oltre al passato, c’è ovviamente spazio anche per il presente e il futuro di Oakley, con un’intera area dedicata a nuovi design – come il QNTM Kato e l’ultimo arrivato Plantaris, particolarmente apprezzato da Travis Scott – ma anche a anche progetti speciali come quelli dell’Oakley Factory Team in collaborazione con Brain Dead. E per il futuro? Purtroppo non si può ancora raccontare ciò che si nasconde dietro la stanza “top-secret” del Bunker, ma possiamo garantire che la voglia di rinnovarsi e spingersi ai limiti della tecnologia non manca.