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Il calcio femminile diventa una professione

Articolo di

Redazione

La giornata del primo luglio del 2022 sarà considerata come una svolta epocale all’interno del mondo del calcio. Un insieme di dinamiche – appartenenti al calcio femminile – che fino a pochi giorni fa erano considerate lontanissime, sono ora realtà. La Serie A femminile entrerà a tutti gli effetti nel mondo del professionismo, e le calciatrici potranno finalmente godere di tante migliorie contrattuali.

Tra i vari benefit, quali salario minimo di €26.000 lordi, i club da ora dovranno riconoscere contributi previdenziali, versare l’Irpef e i contributi pensionistici, a cui vanno aggiunte tutele mediche, un’assicurazione collettiva in caso di infortuni e supporti da conferire in concomitanza con una maternità. Il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha dichiarato che la federcalcio italiana è la prima a compiere questo storico passo, e la sua speranza è che possa fare da apripista per gli altri paesi. Le atlete non riceveranno più compensi attraverso rimborsi forfettari, indennità di trasferta e rimborso spese. Ciò chiaramente implica maggiori spese da parte dei club, i quali si apprestano a regalare un futuro più roseo non solo al mondo femminile, bensì a quello dello sport in generale.