L’eterna sfida, l’Ali vs Frazier che non si accorge del passare inesorabile delle stagioni, il dissing cordiale tra amici – uno col baffo e l’altro tiri-strisciato – che qualche piano più in alto fa ballare miliardi di dollari, tenendo in piedi l’economia di due paesi come USA e Germania. Nike contro adidas: la frivola lotta per lo scettro del “più fresco” orchestrata dai “Generali Patton” dei due colossi dello sportswear mondiale.
Quella che fino qualche anno fa era la più monotona e comoda delle fughe solitarie si è inesorabilmente trasformata in una bagarre serratissima e da quando adidas si è alzata sui pedali per lo Swoosh non è restato che prendere coscienza di una nuova realtà: Il brand tedesco è riuscito a assottigliare enormemente il gap chilometrico che divideva i due simboli pop-culture del nuovo millennio. Come si traduce questo “scontro” in termini semplicistici e tangibili per noi appassionati? Un’ondata di nuovi prodotti e ritorni illustri, una risposta più che esaustiva.
Come per tutti i campi economici il monopolio è una condizione poco salutare per la qualità del prodotto in questione, il detentore privilegiato del diritto esclusivo di vendita non ha interesse a migliorare ed investire sui propri articoli in quanto comunque consapevole che il guadagno arriverà dritto nelle proprie tasche in assenza di concorrenza. Questa non è certo una situazione applicabile ai tempi odierni ma quel che è certo è che Nike fino a pochi anni fa vivesse di rendita nell’assenza totale di concorrenti che la insidiassero.
Eccoci qua, alle porte dell’estate 2017, dopo due anni abbonanti dalla feroce “rinascita” delle Three-Stripes griffata Boost e… “Guess what?” da Beaverton – Oregon le risposte stanno finalmente arrivando, lentamente, un po’ come quando provate a riaccendere quella vespa trovata in cantina dopo anni di ingeneroso dimenticatoio. Prima il lancio del programma “remastered” per le sempre appetibili Jordan, l’abbassamento dei prezzi delle signature basketball-performance, lo studio di nuove tecnologie capitanate dall‘E.A.R.L (Electro Adaptive Reactive Lacing) e FlyFase, il rimodernamento di certe piuttosto datate come mostrato con successo grazie al lancio di Vapormax per l’Air Max Day e come dimenticarsi dei lanci attesissimi di Sneakers rimaste sogni bagnati per anni come le Mag dotate di power-lacing.
In definitiva Nike sta forse semplicemente facendo quello che tutti i suoi fans hanno auspicato per anni: rimodernarsi rimanendo fedeli al glorioso passato. Sapete quale probabilmente sia l’unico bersaglio dei nostri ringraziamenti? Paradossalmente potrebbe essere “l’acerrimo nemico” e la sana ritrovata competizione.