Qualche settimana fa vi avevamo raccontato lo scambio di battute, e il conseguente dibattito social, fra Fabio Fazio e Zendaya riguardo alla scarsa abitudine degli italiani di guardare film in lingua originale. A essere recentemente tornato sulla questione, in maniera assai più diretta, è stato Elio Germano.
Durante l’ultima puntata di Super Otto, il podcast di CiakClub, l’attore ha affermato di trovare assurda l’esistenza di film doppiati, aggiungendo che “se uno ama il cinema non è possibile vedere un film doppiato” e trovando sui social il supporto di diversi colleghi.
Mentre solitamente a lamentarsene sono per lo più attori stranieri, è interessante sentire il punto di vista di uno dei più importanti attori italiani, che si focalizza su un punto molto preciso: una traduzione letterale accurata, anche se perfettamente eseguita dai doppiatori, non è automaticamente la traduzione migliore.
Premesso che nella volontà di far fruire un film al maggior numero di persone il doppiaggio rimane ad oggi imprescindibile nella maggior parte dei casi, le parole di Germano si focalizzano su un particolare aspettato della questione: ovvero il fatto che dal punto di vista dell’esecuzione artistica e performativa, un traduzione letterale accurata, anche se perfettamente eseguita dai doppiatori, non è automaticamente la traduzione migliore.
Le parole esatte non sono sempre importanti quanto il messaggio e il tono, e il lavoro stesso degli attori passa per suoni che non sono solo il senso semantico di ciò che esprimono: l’ironia, i doppi sensi, o i modi di dire sono tutti elementi sono difficili – se non impossibili – da rendere in una lingua diversa dall’originale. Il modo migliore è al massimo accompagnare la visione del film con i sottotitoli per godersi un prodotto più fedele a quello di partenza.
Tutto ciò non deve comunque sminuire l’arte del doppiaggio, né tantomeno distinguere fra un cinema di seria A e uno di serie B. Il doppiaggio rimane un lavoro tecnicamente molto complesso, con i doppiatori italiani che vengono riconosciuti a livello internazionale per la loro funzione di adattamento culturale e arricchimento linguistico.