Il guardaroba arcobaleno di Angela Merkel

Oggi giunge al termine una delle storie d’amore che più ha scaldato i nostri cuori negli ultimi 16 anni: quella tra la Cancelliera tedesca Angela Merkel e i suoi blazer a tre bottoni. Il mandato finirà oggi e con lui la parata di giacche colorate, pantaloni scuri, scarpe basse nere, collane ton sur ton e capienti borse Longchamp.

Dopo anni in cui la Cancelliera è stata accusata di cattivo gusto, sciatteria e mancanza di interesse nella moda e nella sua immagine, il suo stile è stato decisamente rivalutato. I pantaloni sono troppo lunghi, le giacche troppo strette, i colori orribili. È tutto sbagliato!, commentava qualche anno fa il tagliente ex-direttore creativo di Chanel, Karl Lagerfeld, con la stessa asprezza con cui le compagne di scuola di una Merkel bambina invidiavano i suoi blue jeans americani. La razionalità del suo vestire, unita alla sicurezza di sé che quella divisa le ha dato in svariate occasioni, ha fatto ricredere molti, rendendo il suo stile emblema di una nuova attitudine delle donne in politica. 

Riunione del G7 nel giugno del 2015 guidata dalla Cancelliera Merkel

I suoi look sono sempre stati classici, avversi al rischio, rassicuranti — e qui il messaggio sembrerebbe chiaro: la Merkel ha cose più importanti a cui pensare che il suo guardaroba. Ma ci si deve immediatamente ricredere: mentre le nostre menti vanno all’abilità di Margaret Thatcher di incanalare il suo potere politico in uno stile personale forte, autorevole, inflessibile e spesso intimidatorio, ci si accorge che le due hanno molto in comune. La donna più potente della Germania (e d’Europa) e la Lady di Ferro parlano due lingue nettamente distinte, ma hanno entrambe capito il complesso e delicato sistema di messaggi che sta dietro all’apparenza in ruoli come i loro. 

Così come la sua azione politica sulla crisi finanziaria del 2007-2008, quella migratoria del 2015 e la pandemia del 2020, nei momenti più difficili della storia europea, anche il guardaroba della Cancelliera sembra essere “Merkelizzato” — un modo coniato dai tedeschi per indicare un atteggiamento cauto, fatto di piccoli passi non per forza brillanti, ma sicuramente efficaci al raggiungimento di un obiettivo. La scelta è sempre stata una, razionale e coerente: un solo modello di giacca, le cui uniche variazioni riguardano i materiali, i revers a volte chiusi a formare un collo rotondo e i colori

“Mi piace il fatto che abbia uno stile riconoscibile”, si è espressa perfino Anna Wintour di recente, “ha l’aspetto di qualcuno che sa con sicurezza chi è”. Non è però sempre stato così; all’inizio del suo mandato nel 2005, la Merkel aveva uno stile profondamente segnato dagli anni di insegnamento accademico che poco aveva da dire al pubblico. Per fortuna, però, ormai sono anni che moda e politica si sono riappacificate, e la Cancelliera questa pace l’ha trovata nella versatilità del colore, separando finalmente l’idea di pragmatismo da quella di monocromia, rimasto per anni un binomio nella scena politica — prevalentemente maschile — internazionale.

Con una presenza pubblica così forte, ogni look di Angela Merkel è stato documentato e commentato dai media ed è subito emerso un forte elemento satirico dietro all’arcobaleno di giacche sfoggiate nelle svariate occasioni pubbliche e private dalla Cancelliera. La raccolta delle foto dei suoi look in tonalità che vanno dal prugna, al verde salvia, al cammello, al rosa cipria passando per azzurri carta da zucchero e blu notte, hanno dato vita al cosiddetto Merkel Rainbow. 

Il fenomeno è diventato di una portata tale che l’espressione “Pantone Merkel” ha addirittura una pagina di Wikipedia dedicata che spiega di cosa si tratta: una compilation di fotografie organizzate dalla graphic designer olandese Noortje van Eekelen, che ha ordinato la collezione di giacche della Cancelliera in una scala di colori molto simile a quella Pantone. In realtà, il progetto era nato con uno sfondo satirico. Le 100 foto, accostate in questo modo, davano un’idea di opulenza e sfrontato accumulo di materiale in netto contrasto con la crisi economica del tempo, volendo così muovere una critica nei confronti della Cancelliera. 

Ma l’esperta di colore Silvia Regnitter-Prehn ha spiegato nel tempo le scelte cromatiche di Angela Merkel in quella che troviamo un’analisi molto interessante e significativa del personaggio stesso. 

VERDE 

“Quando indossa il verde, significa che la Cancelliera ha dato molto importanza alla scelta”, spiega Regnitter-Prehn. Questo colore viene infatti indossato in occasioni in cui la Merkel si trova a schierarsi con opinioni meno popolari, per indicare consenso, “con i suoi blazer verdi esprime competenza con molta sicurezza”. È un colore dall’identità forte che manda un messaggio chiaro e definito. 

GRIGIO 

La scala di grigi viene scelta dalla Cancelliera negli incontri a tu per tu con altri esponenti politici per bilanciare lo spazio visivo; è un colore neutro, che non mette a disagio e non porta nessun messaggio particolare, proprio per equilibrare il dialogo e lo scambio. Come tutti i colori spenti, viene preferito per gli eventi formali. 

ROSA / ARANCIONE 

Come tutti i colori più accesi, invece, il rosa e l’arancione sono indicati per le occasioni meno formali o gli eventi privati. Siccome colori così sgargianti stanno ad indicare modernità, gioia e ottimismo, Angela Merkel li riserva per le occasioni in cui ricopre il ruolo di semplice cittadina e in cui vuole comunicare una certa vivacità

ROSSO

Colore del potere per eccellenza, il rosso è riservato per precise occasioni come la campagna elettorale, ma non viene mai indossato durante le negoziazioni. I forti significati di passione ed energia dietro al rosso vengono però utilizzati con molta prudenza dalla Merkel. 

BLU 

Il blu è un caso a parte: viene preferito per i viaggi all’estero grazie all’idea di armonia, pace e oggettività che si porta dietro. I valori di ordine e razionalità propri del blu rappresentano in qualche modo la Germania, oltre a donare particolarmente alla Cancelliera.