Il Louis Vuitton di Pharrell non fa più streetwear

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C’era stato un periodo in cui Skepta era un simbolo per Louis Vuitton. Ma c’è anche stato un momento in cui il rapper inglese cantava “That’s not me” dicendo che avrebbe smesso di indossare Louis Vuitton e avrebbe buttato nella spazzatura tutto perché non lo rappresentava più. Un anno fa, sempre lui, si chiedeva sul vecchio Twitter quali sarebbero state le sorti del brand: l’era dello street wear da Louis Vuitton finiva con Virgil Abloh e chiunque sarebbe arrivato dopo avrebbe dovuto creare qualcosa di diverso.

La nuova collezione di Louis Vuitton AW24 disegnata da Pharrell parla di cowboy, moda americana fuori dal tempo, grandi bauli logati e fisarmoniche a bocca ma sicuramente non di street wear. 

Fino ad oggi le collezioni pensate da Pharrell rimanevano in un ibrido tra il suo stile personale eclettico e di nicchia e l’anima street che Abloh aveva dato a LV (e che Skepta aveva amato moltissimo). Il suo debutto aveva lasciato tutti senza fiato per un secondo ma era stata l’extravaganza dello show a stupire, non la collezione. La lista di invitati comprendeva Jay-Z e Beyoncé, Rihanna e A$AP Rocky, ma anche Tyler, the Creator, Kim Kardashian, Lewis Hamilton e Zendaya. Insomma, l’hype era altissimo, le aspettative incerte e il risultato aveva riscosso successo ma Louis Vuitton non era già più quella di Virgil Abloh, senza però essere neanche qualcosa di completamente nuovo. 

Quello che aveva affermato Skepta (e che precedeva tutto questo) ci aveva visto lungo e Pharrell ha finalmente dimostrato con la collezione AW24 che quello che serviva a LV per funzionare fuori dall’ombra di Abloh era un cambio di direzione. Pharrell è finalmente stato fedele a se stesso, riconoscendo che l’era street che aveva fatto brillare Louis Vuitton dal 2018 sulla scia dell’hype di Off White e Virgil si è esaurita naturalmente. 

Tutti i dubbi sulla direzione che Pharrell avrebbe dato alla maison si sono distesi: la direzione è quella di un brand di lusso, con un mix studiato tra abiti e accessori. Ci sono le borse — che il brand ha spinto moltissimo nell’ultimo anno, dalle campagne con Rihanna ai product placement con Jacob Elordi — grandi, grandissime, a mano, a spalla, colorate, a bauletto e a mega baule (trasportati con carrelli su ruote). Ma anche gli stivali da cowboy che incorniciano outfit che arrivano diretti dal far west, ispirati al Virginia e ad una moda profondamente americana che vive fuori dal tempo; ci sono poi i capi sartoriali che ricordano che Louis Vuitton è e rimane un brand di lusso mentre però Pharrell inietta il suo stile personale e le reference eclettiche di cui è capace dentro la nuova identità. Il work wear rimane così come l’animo profondamente americano, ma il brand è veramente cambiato e dello street wear neanche più l’ombra.