Il marchio fondato dai fratelli Harold e Wallace Humphreys compie 100 anni: una storia iniziata nel retrobottega di un pub nei sobborghi di Manchester e arrivata negli stadi di tutto il mondo. Ma Umbro è molto di più di una maglia da calcio.
L’importanza sul campo la conosciamo: se già negli anni ’60 l’85% delle squadre inglesi indossava kit firmati Umbro, così come 15 delle 16 squadre dei Mondiali del ’66, successivamente il double diamond venne associato a icone come Beckham, Maradona e Ronaldo. Anche dal lato tecnico, l’influenza di Umbro è stata fondamentale, con l’introduzione del primo paio di pantaloncini con elastico, jersey reversibili e kit fluorescenti, ma anche di nuovi materiali e tecnologie per garantire il massimo della performance.
Se oggi esiste il bloke-core forse dobbiamo ringraziare proprio Umbro. Il “Dior del football” fu infatti il primo marchio a coniugare stile e tecnicità, azzardando con geometrie, colori e stampe mai visti prima e avvicinandosi così al mondo della moda. Grazie alla vendita per la prima volta di kit per i tifosi, compresi i più piccoli, Umbro uscì infatti dal rettangolo verde e si addentrò nella cultura pop, diventando oggi il marchio preferito dai collezionisti e il simbolo della “terrace culture”.
Oltre alle jersey, negli anni ’90 anche le tute, i cappellini e le tracksuit diventarono capi di tendenza: l’estetica del football – che oggi conosciamo bene – cominciò quindi a diffondersi anche in nuovi ambienti, come nell’armadio di Noel Gallagher. Proprio il lato lifestyle è stato riproposto negli ultimi anni attraverso numerose collaborazioni che vanno da Aries a Supreme: il doppio diamante è entrato quindi a far parte anche del panorama streetwear contemporaneo, affascinando le nuove generazioni.
Oggi l’identità e l’estetica British del marchio sono pronte a tornare grazie a una partnership con Slam Jam, e già le prime anticipazioni hanno destato parecchio interesse tra il pubblico. Lavorazioni su denim e camicie che riprendono l’iconico logo, giacche con passamontagna in fantasie tipicamente inglesi e track jacket con tagli grafici: tutto è pronto per riportare in auge l’estetica della sottocultura casual.