Sulle copertine è sempre raffigurato il rapper, okay, ma i manager, i producer, i fotografi, che ruolo hanno? Nel mondo della musica le interviste sono fondamentali per avvicinare l’ascoltatore all’artista, ma ciò che ci viene spesso proposto è una messa a fuoco sulla sua vita, i suoi successi e i suoi traguardi, senza considerare tutti quelli che collaborano per far sì che ciò si realizzi.
Noi di Outpump, vogliamo quindi spostare i riflettori sulle persone che lavorano all’interno, piuttosto che sulla celebrità. Coloro che sono a stretto contatto con gli artisti e contribuiscono, direttamente o indirettamente, al loro successo. Questo percorso ha lo scopo di dare una visione completa di quello che è il mondo dell’Hip Hop oggi e cercheremo di capire quanto le diverse realtà che ne fanno parte sono state influenti.
L’Hip Hop ha sempre avuto difficoltà ad affermarsi in Italia, basti pensare che solo nel 2006, per la prima volta, appariva il volto di Fabri Fibra sulla copertina della rivista Panorama, mossa mal vista dall’ascoltatore medio italiano, e che nel 2010 Gemitaiz rappava “l’Hip Hop è morto”.
Il tentativo di quegli anni era cercare di far accettare il rap in una società abituata ai testi di De Andrè, ma mentre Panorama si buttava in questa ardua impresa, Il Sole 24 Ore definiva i rapper come “balbuzienti dislessici”, citando Fibra come il peggiore. Creare confusione è ciò che i media hanno sempre saputo fare bene, ed è stata proprio questa confusione a far approdare il rap in Italia, per un semplice motivo: se ne stava parlando. Chi svolge oggi questo compito?
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Nonostante le critiche, che ancora non mancano, il rap ha superato ogni aspettativa prevista e in questo le riviste sono state, e sono, fondamentali. Ma nel 2018 dobbiamo ammettere che parte integrante di questa riuscita, e del continuo approccio positivo, deve essere riconosciuto anche alle community, o più semplicemente ai meme, quelli che ci troviamo ogni giorno sulla home di Instagram.
Capire la battuta significa sentirsi parte di una comunità, non capirla vuol dire starne fuori. Gruppi come Chiamarsi MC e Dark Meme Gang sono cresciuti assieme alla scena musicale e hanno sempre dato quell’input di informazione che nel bene o nel male ha costantemente dato visibilità agli artisti.
Noi di Outpump li abbiamo incontrati per farci spiegare il loro percorso e la loro influenza nel mondo del rap. Ci hanno risposto Michelangelo (CMC) e Pietro (DMG).
Per i pochi che ancora non vi conoscono, chi sono CMC e DMG?
CMC: Possiamo definire CMC come una delle principali piattaforme italiana multi-contenuto per l’interazione con i fan, che ci differenzia da tutte le altre per il rapporto che abbiamo e per il gruppo su Facebook che vanta 60.000 iscritti, oltre che una pagina Instagram da 360.000 follower. Pubblichiamo principalmente meme, video montaggi e foto ma abbiamo anche un sito web, un magazine e una web radio.
DMG: DMG è invece nata in maniera differente, come pagina di meme esclusivamente sulla Dark Polo Gang. Con il tempo abbiamo poi deciso di trattare anche altri artisti, ora stiamo iniziando un lavoro informativo rapido, pubblicando sulle stories di Instagram. Abbiamo anche noi un gruppo su Facebook, dove trattiamo principalmente le novità sulla DPG e gli artisti più recenti. In pochi sanno che abbiamo anche un canale YouTube che vanta 40 mila iscritti dove postiamo i migliori video firmati da DMG.
Quando e come siete nati?
CMC: Premetto che a questa domanda dovrebbe rispondere il fondatore di CMC, che è Daniel, io posso solo raccontarti la storia che ci è stata detta, il mio arrivo in CMC risale a 5 mesi dopo la nascita del gruppo su Facebook. Nasciamo come pagina su Facebook tra il 2014 e il 2015, gli ascoltatori avevano bisogno di un posto in cui parlare, condividere i loro pensieri e discutere sul rap ed è cosi che è nato il gruppo, raggiungendo in fretta risultati notevoli e superando i numeri dei nostri concorrenti dell’epoca.
A fine 2016 abbiamo fatto il primo raduno, a cui erano presenti diversi esponenti della scena underground italiana, ma solo nel 2017 abbiamo raggiunto l’apice tra le pagine Facebook e Instagram, stabilendo il record di numeri per una pagina italiana. A metà di quell’anno è nato il sito, con cui abbiamo realizzato che CMC non era più solo meme ma anche molto di più.
DMG: Siamo nati due anni fa, ero andato al live di Hip-Hop Tv Free con tutti gli esponenti della nuova scena e solo dopo quello show avevo visto del gran potenziale in quei ragazzi, abbiamo quindi aperto subito le pagine Facebook e Instagram, e dopo pochi giorni abbiamo iniziato ad avere l’approvazione degli artisti attraverso vari repost, arrivando in fretta a 10.000 iscritti. Nel mentre, abbiamo deciso di creare anche noi un gruppo per la discussione tra i fan e la creazione dei meme, ma a causa di qualche problema tecnico abbiamo dovuto chiuderlo e riaprirne un altro.
Com’è gestire queste due realtà? Come siete strutturati all’ interno?
CMC: Anche qui la questione è più semplice di quello che si pensa. Per noi conta tanto la voglia e la passione di far parte della nostra famiglia da parte dei vari elementi singoli, ad oggi tra chi fa meme, editors e collaboratori siamo più di 60 persone, tutte che ci lavorano in maniera attiva.
DMG: Noi invece siamo di meno, anche perché partiamo dal presupposto che siamo diversi, siamo poco più di una decina di persone. È tutta una questione di sapersi organizzare e gestire bene la giornata: assegnare compiti, scegliere cosa fare e cosa dire. Da fuori si pensa sia una cavolata, ma ci vuole molta dedizione e pazienza.
Avete iniziato con la satira e i meme, credete che questo sia stato e sia tuttora il metodo migliore per approcciarsi al pubblico?
CMC: Come abbiamo detto in un’intervista precedente, la satira è la nostra chiave di lettura di questa musica, il sapersi prendere in giro, il guardare i vari vizi e tic degli artisti. Cerchiamo di presentare ogni dinamica in maniera spiritosa, perché il miglior modo di affrontare temi scottanti è anche alleggerirli. Con l’avvento di Instagram, gli artisti hanno iniziato anche a strizzare l’occhiolino a dei comportamenti “a favor di meme”, perché hanno capito che possono portargli visibilità. Ma da ascoltatore preferisco un artista che faccia parlare di sé grazie alla sua musica piuttosto che per la sua “comicità”.
DMG: Noi, come suggerisce già il nome, siamo nati partendo da una risata, abbiamo visto nel collettivo della DPG un potenziale spiritoso e abbiamo deciso di usarlo. Quando sono esplosi, di conseguenza lo abbiamo fatto anche noi e loro hanno cavalcato anche la nostra onda, utilizzando i nostri meme per diffondere un po’ i loro slogan.
Sono dell’idea che pagine come le nostre abbiano anche aiutato la crescita del rap italiano in generale, quasi rendendolo più leggero e accessibile a molti.
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Passate dal nostro magazine @theplug.cmc e dalla nostra pagina di riserva @chiamarsimc_2.0
CMC, avete avuto in passato qualche screzio con alcuni elementi della scena, quando succede come vi sentite? Ma soprattutto come lo gestite e risolvete?
CMC: Allora, è una situazione un po’ particolare perché io come persona vorrei rispondere a tono senza barriere, poi però mi rendo conto che non possiamo permetterci di agire così.
Accettiamo la sfida, può essere che rispondiamo di petto come è già successo recentemente, ma subito dopo siamo aperti al dialogo per chiarire.Non siamo degli artisti, viviamo grazie alla scena e non possiamo mettere alla gogna un artista solo perché ci ha provocato.
DMG, il fatto di essere associati alla Dark Polo Gang non vi limita sul trattare altri personaggi della scena musicale?
DMG: Può darsi, i fan affezionati ci seguono perché sanno chi siamo, altri perché conoscono giusto quel singolo famoso di quell’artista di cui abbiamo fatto un meme. Adesso stiamo ancora facendo satira sulla DPG, rimarrà ovviamente il nostro forte e topic principale, ma ci stiamo espandendo anche su altri elementi della scena e facendo anche un minimo di informazione al riguardo. Senza dimenticare che quest’anno sono nate due pagine da noi: @drefgold_chefacose e @tauromemeboys, pagine nate per il grande rispetto che proviamo per appunto DrefGold e i Tauro Boys.
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Sulle pagine social avete tantissimi follower, siete tra le community più grandi su Facebook. Avete mai pensato di poter decidere le sorti di un determinato pezzo o artista?
CMC: Sì! Non è una questione di presunzione, ma sono affermazioni fatte da persone del settore, visto che il nostro gruppo rappresenta un campione (abbastanza affidabile) del pubblico del rap italiano. Muovere il gradimento all’interno del nostro gruppo ha indubbie conseguenze anche su ciò che succede fuori da esso. Ovviamente un artista ormai affermato non si preoccupa di noi, a differenza di un emergente il cui nome potrebbe essere oggetto di discussione in community come la nostra o in quelle più di nicchia.
Molto spesso i numeri sono bugiardi, non rappresentano il vero apprezzamento che il pubblico ha nell’ascoltare un artista, quindi io personalmente quando scopro un artista non guardo mai le views, ma piuttosto penso all’impatto che potrebbe avere nelle discussioni tra il pubblico.
DMG: Noi, come accennato in precedenza, abbiamo più che deciso, favorito e collaborato alle sorti del gruppo Dark Polo Gang. Questa domanda è stata fonte di un gran dibattito. Il mio pensiero è che noi abbiamo avuto una grande influenza sul loro percorso, la nostra pagina Facebook ha più mi piace rispetto a quella ufficiale del gruppo. Abbiamo avuto un periodo, l’anno scorso quello pre-twins, che in fatto di numeri eravamo pure superiori a loro.
Se doveste consigliare tre artisti a chi sta leggendo questa intervista, chi scegliereste?
CMC: Per il processo di crescita che sta avendo e la dedizione che ci mette ti dico Ketama126, secondo me lui ha le proprietà di un vero big. Poi i Tauro Boys, apprezzo molto il loro approccio alla musica e sono molto curioso di vedere loro percorso.
Per terzo ti dico Sxrrxwland, facendo una premessa. Loro non fanno rap puro ma uniscono tante influenze che vanno dall’Hip Hop alla musica elettronica, dal Noise al R’n’B, black music e sperimentale; però sono finiti risucchiati nel vortice della musica Hip Hop e credo che difficilmente si toglieranno mai questa etichetta, per me loro sono la definizione di musica ibrida.
DMG: Assolutamente come primi ti dico i Tauro Boys, appena ho iniziato ad ascoltarli, ho avuto il piacere di conoscerli, mi hanno fatto una buona impressione e guardando la reazione che il pubblico ha, vedo un approccio molto simile a quello della Dark Polo Gang.
Poi consiglio Bresh con i suoi ultimi singoli, che considero dei veri capolavori, si sta creando il suo spazio e ha buone probabilità, adesso è in Dogozilla Empire e gli auguro il meglio. Mentre l’altro è Vaz Tè, anche lui molto diverso nello stile, dal vivo è molto bravo e insieme li considero una coppia formidabile.
È uscito un pezzo di un componente dello staff di CMC, rivedremo questo acronimo su altra musica? Invece DMG avrà mai dei rapper che lo rappresentano?
CMC: Questa è una bellissima domanda perché non c’è una risposta. Il nostro obiettivo ora non è di fare altro, ma di consolidare il nostro essere. Per il futuro più prossimo ora è un no, ma col tempo, se continueremo così, ci piacerebbe molto vedere il nostro logo applicato su della musica.
DMG: Mi piacerebbe, sarebbe bello con gli altri ragazzi gestire un rapper, la sua carriera, magari aprire un’etichetta, anche se per creare una cosa del genere ci vuole un’organizzazione stratosferica.
Invece, creare qualcosa noi non lo so, magari una roba alla “GangDroga” abbastanza particolare insomma (ride ndr).
Cosa hanno tra i piani futuri questi due team?
CMC: Ora come ora vogliamo consolidare i nostri traguardi, mantenere alta l’interazione social, abbiamo da poco riavviato il nostro magazine “The Plug”, ci piacerebbe riportare in alto il nostro canale YouTube portando video interviste e recensioni online. Ma non sai mai cosa potrebbe succedere.
DMG: Come loro consolideremo i nostri traguardi, abbiamo avviato DMG News, vorremo continuare a tenere informato il pubblico tramite Instagram stories, fare dei quiz per i nostri fan e creare una rubrica settimanale per tenere informate le persone sulle serate in discoteca in base ai live degli artisti. Vorremmo riaprire il canale YouTube portando dei contenuti importanti. Mi piacerebbe anche creare un evento con loro, un grosso raduno con gli artisti magari.
Cosa volete dire a chi sta leggendo questa intervista?
CMC: Continuate a seguire ChiamarsiMc, entra sul gruppo e ne uscirai cambiato e bannato! (i presenti ridono ndr)
DMG: Grazie a chi è arrivato in fondo a questa intervista, speriamo di trovarvi anche sul nostro gruppo, se non ci conoscete trovate Dark Meme Gang sui social, seguiteci!
Ringraziamo per la disponibilità Michelangelo, capo redattore di CMC, e Pietro, creatore di DMG.
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