In Italia c’è una fabbrica di Bugatti abbandonata

Si trova nel piccolo paese di Campogalliano, vicino a Modena, e venne chiusa nel 1995 a causa della bancarotta dell’azienda. Soprannominata la “Fabbrica Blu”, è stata la sede della Bugatti Automobili tra il 1987 e il 1995. Quando Volkswagen acquistò il marchio, decise di spostare la produzione a Molsheim, in Francia. Da allora la fabbrica è rimasta abbandonata.

L’artefice fu l’architetto italiano Giampaolo Benedini, che progettò uno stabilimento elegante, moderna e tecnologicamente all’avanguardia, così come lo erano le auto Bugatti. La fabbrica fu costruita per ospitare 200 dipendenti, in un sito che copriva circa 70000 metri quadrati: quest’ultimo comprendeva l’edificio della sede centrale con uno studio di progettazione, l’area di sviluppo dei motori e dei test, le sale di produzione, una pista di prova, un ristorante per ospitare gli ospiti e uno showroom per esporre le auto.

Sono passati ormai più di 20 anni da quando l’industria del marchio Bugatti si svuotò, lasciando uffici vuoti e capannoni desolati. La famiglia Pavesi, nella figura di Ezio Pavesi e suo figlio Enrico, che ne era diventata custode nel 1991, se ne è presa cura anche dopo la sua chiusura. Attraverso opere di mantenimento e visite guidate per gli appassionati, la famiglia Pavesi ha impedito alla fabbrica di andare in rovina, preservando la storia e la memoria della Bugatti italiana.

Purtroppo, dopo averla conservata per più di 30 anni, la fabbrica nel 2022 è stata comprata da imprenditori esteri, che l’hanno poi lasciata in stato di completo abbandono.

A Campogalliano fu progettata, testata e realizzata una tra le più belle e più veloci vetture dei primi anni ’90, la Bugatti EB110, la prima auto in serie con telaio in fibra di carbonio.

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