Gli insulti ai calciatori non sono una novità, si tratta di qualcosa che allo stadio, al bar e davanti alla tv si sono sempre visti e sentiti, ma a tutto c’è un limite. Gli insulti razzisti sono un passo decisamente eccessivo, specie al giorno d’oggi che i social media hanno reso i calciatori molto più raggiungibili al pubblico generalista.
Proprio recentemente Marcus Rashford aveva criticato i commenti dei tifosi, senza pubblicarli, dicendo che rappresentavano per lui un punto estremamente basso per il calcio e per la civiltà. La FA aveva già criticato come i social media avrebbero dovuto prendere una posizione più forte nei confronti di chi sorpassa quella linea e ora Instagram ha finalmente agito. Facebook, società che ha in mano Instagram, ha definito una linea, specie per quanto riguarda i messaggi privati, i DM, che secondo la compagnia sono il luogo in cui i commenti di odio razziale sono particolarmente intensi e dilaganti.
Fadzai Madzingira, responsabile della conformità del contenuto di Facebook, ha appunto dichiarato che il social media prenderà dure prese di posizione nei confronti di chi viola le normative di Instagram nei DM, prima sospendendo i profili e poi cancellandoli totalmente. Gli abusi in DM saranno infatti considerati particolarmente gravi e la soglia di tolleranza di Instagram sarà infatti più bassa. Da qui ci sarà l’inserimento di una nuova funzione, ovvero quella che impedisce di ricevere DM da persone che non si conoscono e non si seguono, opzione al momento disponibile solo per gli account business e creator.
A spingere queste decisioni a partire proprio dall’Inghilterra è stata sicuramente la Online Safety Bill, introdotta da poco dal governo britannico, una misura che prevede grosse multe per le aziende che non sono in grado di proteggere i propri utenti in maniera chiara e trasparente.
Perché proprio il calcio? Semplicemente perché il calcio è colpito in maniera praticamente sistematica da questi commenti, un’ondata incontrollabile di commenti impossibili da gestire singolarmente come è invece possibile per chi ha un pubblico più “normale”. Recentemente, parlando ancora di Inghilterra, anche altri calciatori come Reece James, Romaine Sawyers, Axel Tuanzebe e Anthony Martial sono stati massacrati con commenti razzisti, come in Italia abbiamo visto fare con Moise Kean, Mario Balotelli e Kalidou Koulibaly, giusto per dirne alcuni. In questa dinamica, molti calciatori hanno dovuto portare questi scontri con la tifoseria, o supposta tale, anche in televisione o sui giornali, in spazi che quindi non sono strutturati per questo tipo di conversazioni, specie in certi paesi. Lo step di Instagram è importante e sacrosanto quanto interessante e solo col tempo vedremo se avrà realmente efficacia o non farà che inasprire un pubblico che con lo sport c’entra davvero poco.