Nel pomeriggio di ieri, 6 settembre, AW LAB ha ospitato la campagna di Converse per il Back to School assieme a Shade ed Annie Mazzola. Per l’occasione è stata organizzato un contest di freestyle in cui Shade ha sfidato il vincitore del gruppo di ragazzi chiamati sul palco.
Abbiamo colto questa occasione per fermarci a fare qualche domanda al re del freestyle.
Shade, insieme ad Annie Mazzola sei protagonista della campagna che racconta il Back to School di Converse con AW LAB, che rapporto hai con lo streetwear?
“Beh, sono perennemente vestito street, anche quando forse non dovrei. È il mio modo di essere, anche quando sono vestito pseudoelegante cerco sempre di spezzare l’eleganza e paradossalmente Converse mi viene molto incontro per questo. La Converse sotto l’abito ci sta da Dio. Per alcuni è eresia, come dire la carbonara senza guanciale, ma per me è perfetta. È il mio modo di vestire e rappresenta molto il mio modo di essere perché comunque vesto in questo modo praticamente dalle medie, non ho mai cambiato il mio stile. Ho solo un po’ refreshato negli anni, ma fondamentalmente è sempre stato questo, quindi mi rappresenta molto.”
Tra tutti i modelli del brand, qual è il tuo preferito?
“Vabbé la Chuck Taylor. Con la Chuck Taylor vai sul classico, ma vai sul sicuro. Devo dirti la verità, è proprio dalla scuola media che le metto, rappresentavano molto il tipico nerd un po’ stiloso ed è quello che ho sempre cercato di essere. Mi è piaciuto molto anche il modello di Converse disegnate con Vince Staples, mi piace molto lui. Se dovessi scegliere una scarpa alternativa alla Chuck Taylor classica sceglierei quella. Non solo perché lui è bravo a rappare, ma proprio per il suo design.”
Tu sei uno dei capi del freestyle in Italia. Il tuo percorso è noto a tutti quanti, come ti sei avvicinato a questo mondo?
Una volta magari. (Ride). Andavo in skateboard fondamentalmente e tanti dei miei amici facevano freestyle. Erano più grandi di me, andavano sempre a fare i contest la sera ed io l’ho sempre vista come una meta da raggiungere, anche solo poter partecipare ad una gara con i grandi. Quando poi quel giorno è arrivato è stato un po’ come un battesimo del fuoco. Il mio primo contest è stato il Tecniche Perfette, e ho vinto. Quindi capisci? È come passare da zero a un milione, secondo me non ero ancora pronto.”
Non ti aspettavi quella vittoria?
“No, zero. Figurati, ero andato là per provare e pubblicizzare la mia demo. A quell’epoca si facevano le demo, quando ero giovane (ride), facevi la demo di quattro o cinque canzoni e la portavi in giro per farla sentire. Io ero andato lì per fare pubblicità alla mia demo e le avevo dimenticate, tra l’altro, quindi ho detto “vabbè facciamo sta gara” e ho vinto, ed era una gara nazionale. Ti dico che non ero pronto perché avevo uno stile di freestyle veramente marcio, non scarso, però grezzo. Dicevo tante parolacce, ogni tanto andavo fuori tempo, però arrivava molto alla gente il mio essere diretto, quindi quello ha premiato. Poi negli anni ho cercato di affinarmi.”
È anche questo l’hip hop. A MTV Spit ti sei migliorato?
“Esatto. Poi ti dico, dopo MTV Spit c’è stato un ulteriore upgrade. Magari a Spit ero più fresco, avevo le rime più immediate, adesso mi alleno meno, ma ho molto più flow. Riesco a stare molto più tranquillo sul beat, a Spit mi tremavano le gambe.”
Dopo MTV Spit è uscito il tuo primo disco ufficiale, poi è arrivato il secondo, “Clownstrofobia”. Sei stato fermo per un po’ e da pochi mesi è uscito il tuo ultimo singolo, “Amore a prima insta”. Cosa dobbiamo aspettarci da te? Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Il primo disco che ho fatto è uscito in free download, quindi diciamo che è un prodotto ufficiale perché c’erano molti featuring ed è stato realizzato con Warner Bros, infatti devo ringraziare la mia casa discografica che mi ha finanziato un progetto a fondo perduto. Il disco successivo è uscito invece in vendita e quello che sta arrivando sarà quello veramente ufficiale. Ci ho lavorato per due anni, sono uscite “Bene ma non benissimo”, “Irraggiungibile” e “Amore a prima insta”, che sono i miei tre singoli che sono andati meglio in assoluto, ho ricevuto anche certificazioni. È un periodo molto fortunato e spero di coronarlo con il disco, ci ho lavorato veramente tanto, ho trattato ogni canzone come se fosse l’ultima che dovessi scrivere. Spero di regalare un bel disco alle persone.”
Con queste parole Shade ha concluso la nostra intervista, lasciando ai fan l’aspettativa di un album lavorato e studiato quanto sentito, si capisce dal tono con cui ne parla.