Verso la fine del 2000, John Richmond collaborò con l’amico fotografo Bryan Adams per scattare il lookbook dedicato alla collezione “Richmond X”. Entrambi vollero creare qualcosa di divertente e diverso in maniera da definire un’immagine per i nuovi Jeans Baggy che fosse audace e controversa. Lo stilista britannico pensò a uno scatto con un ragazzo tatuato a torso nudo in piedi tra le gambe di una ragazza che lo tiene tra le sue mani, ma serviva qualcosa in più per renderlo memorabile. Quindi provò a mettere la scritta “Richmond” sul retro del pantalone, ma era troppo lunga. La soluzione fu allora quella di abbreviare la parola in “RICH” dipingendola a mano, che oltretutto andò a creare involontariamente un doppio senso. È così che nacquero i leggendari jeans simbolo della moda Y2K.
Ora, a più di due decenni di distanza da quel geniale aneddoto, il brand intende evolvere con una visione innovativa che si rivolge a un pubblico giovane e anticonformista celebrando il suo heritage provocatorio con un nuovo ed entusiasmante capitolo.
Al centro di questa evoluzione c’è dunque il celebre RICH denim, che viene nuovamente reinventato con un tocco moderno e allo stesso tempo ribelle per conquistare le nuove generazioni.
Frutto di questa mentalità è il progetto “MAKE IT RICH“, che mira a incentivare la creatività artistica coinvolgendo direttamente il consumatore in modo fresco e dinamico.
Nello specifico, Davide Vavalà, Agata Panucci e Laboratorio Riciclo Pelle, sono stati invitati a reinterpretare l’iconico logo “RICH” utilizzando pittura, grafiche, patch e ricami in riferimento alle sue origini per realizzare dei jeans dal design unico.
L’iniziativa ha debuttando in occasione della Milano Fashion Week con degli angoli di personalizzazione dedicati nel flagship store di Via Ponte Vetero, ma presto disponibile anche online.