Jordan presenta a Parigi la collezione fall 18: ecco com’è andata

Partenza Giovedì 21 Giugno 2018 ore 6:00 am – rientro Sabato 23 Giugno 2018 ore 5:00 pm

Una sessantina d’ore e uno spicciolo di minuti, tanto è bastato per dipingere una tre giorni all’insegna del Jumpman sotto la Tour Eiffel tra presentazioni, anteprime e attività a spicchi.

Perdonerete, lo voglio sperare, lo scorrere copioso di passione a discapito di una pacata professionalità nel day by day recap del “Love The Game” Weekend per la Paris Fashion Week 2018.

DAY 1:

L’arrivo in terra d’oltralpe ci riserva in rapida successione una piacevolissima accoglienza nell’hotel incastonato nel cuore della capitale e l’inaspettata visione di “Unbanned – The Legend of AJ1” nella sua forma integrale in uscita nei prossimi mesi. Il Film, diretto da Dexton Deboree, si addentra nell’infinità di sfumature legate alla “vita” della Air Jordan 1, dalla distruzione delle antiquate regole NBA degli anni 80 fino all’imprevedibile rivoluzione socio-culturale da essa causata.

Le testimonianze pazientemente raccolte ed abilmente montate raccontano tramite la voce di decine di personaggi legati a Jordan Brand come un paio di sneakers sia stato in grado di influenzare in maniera così convincente la storia di un paese la cui luce riflette indiscutibilmente su tutto il globo.

Sono passate diverse decine di minuti, fatico a riordinare il cronometro di questa tre giorni, il volume cala, la musica abbandona l’impianto audio, lo schermo si fa nero… dopo qualche secondo una voce inquisitoria e profonda si pronuncia nella sala, non sarebbe servito mezzo frame per capire a chi appartenesse. MJ capitana per tutto il film il team di volti illustri – nonchè –  testimoni oculari della storia della AJ1 trai quali: Ronnie Fieg, Alealy May, DJ Clark Kent, DJ Khaled, Spike Lee, David Stern e Adam Silver solo per nominarne qualcuno.

Scorrono i titoli di coda, Dexton si accomoda sotto lo schermo dove fino qualche secondo fa scorreva il frutto di un lavoro portato avanti per mesi e mesi e riammirato per la chissà quale volta accovacciato sui gradini del teatro nascosto tra un fotografo e un membro del team di Portland.

“Sono davvero qua?” lo chiedo a Fra (@freaky_blink, la nostra fotografa NDR), non sa rispondere e probabilmente rispedirebbe al mittente la domanda, incapace di fornire una risposta lucida. Tempo di una cena spesa a mescolare goffamente spagnolo, inglese ed italiano e le schiene sono già di proprietà dei materassi. In poche ore sarà una sveglia, mai così gradita, a richiamarci all’appello senza però interrompere il fluire dei sogni.

DAY 2:

Colazione francese, ma anche un po’ britannica. Allacciate le Js. Pullman gremito, si ritorna al punto di partenza, si ritorna al teatro del day 1. Il corridoio che immette alle tre rampe di scale dello stabile recita ripetutamente “LOVE THE GAME”. Yes we too, tantissimo. Finisco nelle IG stories di Don C.

La sala si riempie e in rapida successione prendono posto Don C, Billie Eilish e Russell Westbrook. Si parte a parlare delle AJ1 e di quanto sia dopo 33 anni un’icona intoccabile di stile per padri e figli abbattendo ogni qual sorta di barriera temporale. Innovazione, comfort, versatilità sono le costanti nel descrivere l’approccio al design e alle necessità quotidiane dei tre protagonisti di mattinata. Billie, classe 2001, la nuova scuola che reinventa e fa propria l’icona del marchio Jordan. Don C, figlio dei 90’ a CHI TOWN giunto alla quarta collaborazione con le sue Legacy 312 che fondono AJ1, AJ3 e Alpha Trainer Low. Russell Westbrook, former NBA MVP, competitività e fame agonistica incise nel DNA, icona di stile, ispirazione per milioni di appassionati ed entertainer innato, tutto in 1,91 M.

Il gruppo si divide, siamo liberi fino le 4:00pm quando si partirà alla volta della casa finta di Kevin Couliau. Sì, avete letto casa finta, more to come later…

Il nucleo operativo italiano si sposta in blocco verso Pigalle Duperré. Obiettivo: muovere le retine di uno dei playground più famosi al mondo. Uno spazio tutt’altro che regolamentare incastrato tra la tipica architettura parigina e colorato di una nuova esplosione di colori che lo rende, per la scarsissima felicità dei gestori, il set ideale per milioni di foto ogni anno. Memory Card esaurite, doccia necessaria, si torna all’albergo.

Il pullman ci attende pazientemente per accompagnarci in uno spazio dal forte look industriale ma dall’arredamento tipicamente casalingo. La casa finta di Kevin Couliau ci accoglie con un abbondante aperitivo e le pareti colme di fotografia di strada ritraente decine di campetti in giro per il mondo. Kevin, fotografo, video maker e designer racconta il suo spazio con la semplicità e il candore dell’umile ed orgogliosissimo padrone di casa. Lo street basketball è la sua vita, quest’ottantina di metri quadri lo testimoniano inconfutabilmente.

La cena all’iconico Hotel Molitor fa da preambolo ad una turistica scorazzata tra Tour Eifelle e dintorni prima che l’orario suggerisca un prudente rientro in vista dell’ultima mezza giornata ospiti di Jordan Brand.

DAY 3:

Faticare ad alzarmi mi arreca vergogna e non poca. Come la mia mente non mi presenti immediatamente il programma odierno al risveglio ancora non mi è chiaro. Rimedio nei trenta secondi successivi, stanchezza scomparsa. Ricca colazione, energie incanalate, Pullman carico e si riparte. Arriviamo al Palais des sports Marcel Cerdan, casa del Levallois Metropolitans. Spogliatoio maniacalmente organizzato, la nuova e non ancora uscita WHY NOT ZER0.1 Low (in arrivo il prossimo mese) aspetta solo di essere indossata assieme a tutto il resto del full look Jordan messo a disposizione.

Insieme ad un folto gruppo di temerari ci trasferiamo al piccolo trotto al Quai 54 Playground dove il team del torneo di street basketball più famoso al mondo, dopo una breve introduzione ci accompagna tra drills e warm up coronati da una personalmente fallimentare competizione 1 on 1. La nuova versione low della signature di Russ passa il test con la lode; il contenimento offerto all’avampiede è ai massimi storici, il grip ben più che affidabile su una superficie che ha passato tempi assai migliori e il lock down è ferreo. Se riesce a domare i movimenti di The Brodie… traete le vostre conclusioni.

Il pranzo e il rientro sono le ultime note di una sinfonia suonata ininterrottamente per questi, quasi, tre giorni.

Se ami il gioco ami tutto questo. Thanks Jordan, WE LOVE THE GAME.

Foto @Freaky_blink

Video @andreacpn