Kim Jong-un ha bandito gli skinny jeans

Dopo aver spopolato qua e là a decenni alterni, gli skinny jeans sembrano aver raggiunto il capolinea. A dircelo non sono solamente le tendenze dettate dalla moda nell’ultimo anno, che abbracciano uno stile più rilassato e meno “costretto”, ma anche una singolare emanazione proveniente dalla Corea del Nord. Ora, non sappiamo esattamente se Kim Jong-un sia o no un fashion addicted e nemmeno quali siano i suoi gusti personali nel campo dell’abbigliamento, ma una cosa è certa, i pantaloni aderenti non si potranno più indossare nel suo Paese.

Una nuova legge che è appena stata promulgata mette infatti al bando tutta una serie di elementi estetici come i jeans stretti o strappati, i piercing e la capigliatura mullet, ricordo degli anni Ottanta. La motivazione? Secondo il leader nordcoreano, questi costumi non conformi al regime porterebbero a una “drammatica occidentalizzazione“.

Fin dagli anni Settanta questo tipo di stile è stato un componente fondamentale nella rivoluzione stilistica (e non) portata avanti dal movimento punk e più in generale da giovani desiderosi di ribellione. Probabilmente ancora oggi è questa l’immagine impressa a Pyongyang, dove il Partito dei Lavoratori sta cercando di conformare tutti i cittadini.