La città di Marsiglia vuole vendere lo Stade Vélodrome

Lo Stade Vélodrome è da sempre la casa dell’Olympique Marsiglia, un luogo che ha affascinato l’occhio di tifosi di tutto il mondo per il look moderno e imponente unito a una tifoseria tremendamente calda che da sempre crea coreografie dall’enorme impatto. Lo stadio è comunale e la città sta ora valutando di venderlo.

In una sua diretta Facebook del 3 febbraio, il sindaco della città Benoit Payan ha comunicato che lo Stade Vélodrome dovrà essere venduto perché la città di Marsiglia si ritrova con 1,54 miliardi di euro di debiti che devono essere risanati. Payan, precedentemente all’opposizione, ha sempre detto che il Vélodrome rappresenta una perdita enorme per la città tra manutenzione e attività. Il sindaco ha proposto la vendita proprio all’OM, la scelta più logica, ma al momento il club non ha la disponibilità per poterlo prendere. La squadra versa 5,5 milioni di euro all’anno nelle casse comunali e potrebbe però doverlo fare in futuro a un’azienda privata nel caso fosse appunto un ente extra-calcistico a prendere lo stadio.

Inaugurato nel 1937, il Vélodrome originariamente accoglieva anche una pista per corse ciclistiche, eliminata nel 1985, tanto i tifosi scivolavano su di essa quando cercavano di raggiungere i giocatori durante le invasioni di campo. Lo stadio è poi stato restaurato nel 1971, 1983, 1998 per i Mondiali e nel 2014 per gli Europei del 2016, portandolo a una capienza di 67.000 persone ed è stato inserito nella lista degli UEFA Elite Stadiums. Un capolavoro che l’OM, prima di modifiche, variazioni o altri cambiamenti, ha voluto eternare in un puzzle 3D.

Il commento del sindaco Payan può infatti derivare dal fatto che negli ultimi anni l’OM non ha quasi mai riempito lo stadio, diventato enorme negli anni per motivi maggiormente legati alla Nazionale che al Marsiglia. Negli ultimi 4 anni infatti si è registrato il quantitativo di pubblico più basso di sempre dal 2000, per la prima volta sono i 44.000 spettatori di media.

Lo Stade Vélodrome resta un’icona e un capolavoro, indipendentemente da chi lo avrà.