La GEL-Lyte III ha cambiato il mondo delle sneakers (due volte)

Compleanni e anniversari giocano da sempre un ruolo molto importante nel mondo delle sneakers. L’arrivo del 2020 segna l’inizio di una lunga serie di celebrazioni per i modelli nati durante gli anni ’90. Quest’anno tra gli altri si celebra il trentesimo compleanno della GEL-Lyte III, una scarpa da corsa che molti considerano (giustamente, secondo me) una delle pietre miliari nel percorso di evoluzione tecnologica del footwear sportivo, che meriterebbe a pieno titolo un posto d’onore tanto in una collezione di sneakers quanto in un museo del design.

La GEL-Lyte III ha rivoluzionato il mondo delle sneakers non una ma due volte, a distanza di vent’anni. Se amate le sneakers non potete permettervi di sottovalutare l’importanza della GL3. Celebriamola insieme.

IL DEBUTTO

Come detto, la GEL-Lyte III fa il suo debutto nel 1990, ma la sua storia inizia qualche anno prima. Il “padre” della GL3 è Shigeyuki Mitsui, designer giapponese che inizia a lavorare per Asics nel 1984 e da subito entra in contatto con una realtà unica: il laboratorio di ricerca del marchio giapponese è da oltre un decennio tra i più avanzati al mondo, tra i primi a utilizzare elementi di medicina sportiva nello sviluppo di calzature e attrezzature. Già nei primi anni della sua carriera Mitsui entra a far parte del team di sviluppo del prodotto running, disegnando l’heel counter del primo modello GEL-Lyte e “inventando” la suola a tre densità, introdotta con la GEL-Lyte II.

Sotto molti punti di vista gli anni a cavallo tra ’80 e ’90 sono uno dei periodi più interessanti nella storia delle sneakers. In quel momento erano molti i brand che provavano in ogni modo a contendersi il mercato delle calzature sportive, rendendo quelli tra gli anni di maggiore evoluzione tecnologica in ambito footwear. In pieno stile anni ’90 le nuove tecnologie non dovevano, però, essere soltanto funzionali ma anche un importante elemento di marketing riconoscibile al primo sguardo su uno scaffale. Nel giro di pochi anni nascono Air Max, Torsion, Pump, Encap, Disc e GEL, tecnologie così iconiche da non aver bisogno di essere associate ai rispettivi brand.

È quindi questo il contesto in cui Asics affida a Mitsui lo sviluppo della GEL-Lyte III, una scarpa che dev’essere contemporaneamente la miglior runner sul mercato e una bandiera per il brand giapponese. La tecnologia GEL è già utilizzata da qualche anno ed è considerata nel settore come una vera e propria rivoluzione rispetto alle mescole utilizzate fino a quel momento. Le sue qualità di assorbimento degli urti e restituzione dell’energia non hanno paragoni. Il tratto distintivo della GEL-Lyte III è, però, la “Split Tongue”, la particolare soluzione utilizzata per la tomaia sviluppata dal suo head designer e introdotta l’anno precedente con la GEL-LD Racer. La Split Tongue è la risposta alle diverse soluzioni di dynamic fit proposte negli stessi anni dai competitor, basate in gran parte sull’utilizzo del neoprene per adattare la tomaia al piede dei runner. Un altro splendido dettaglio della GEL-Lyte III è il logo “ingabbiato” sul tallone. In una bellissima intervista con Alex Powis di Crepe City, Mitsui racconta che durante lo sviluppo della scarpa decise di mettere il logo GEL sotto una griglia in mesh, di modo che restasse nascosto, ma bastava una luce a illuminare lo strato riflettente sottostante a rendere il logo ben visibile. Probabilmente a molti nel board Asics non dev’essere sembrata una scelta convincente, nascondere un logo suona sempre come qualcosa di assurdo. Il tempo ha dato ragione a Mitsui e il caged logo sul tallone è uno dei dettagli più riconoscibili del modello.

La GEL-Lyte III è, in poche parole, l’apice di un lungo processo di ricerca e innovazione iniziato da Asics negli anni ’80, un riassunto di tutto il meglio che il marchio potesse offrire ai suoi atleti in quel momento. Da questo punto di vista la GEL-Lyte III rappresenta al meglio lo spirito di Asics ed è uno dei capolavori del footwear design di inizio anni ’90.

LA “MERCER PANT” ERA

Nei primi anni ’00, durante quella che molti considerano la “Golden Age” delle sneakers in edizione limitata, la GEL-Lyte III era uno dei modelli Asics più amati dagli appassionati nonostante fossero passati oltre dieci anni dalla release originale e il modello fosse ancora fuori dal catalogo del brand, rendendo la versione OG un pezzo da collezione per gli amanti del vintage. La GEL-Lyte III fa il suo ritorno nella seconda metà del decennio con diverse collaborazioni di cui si parla ancora oggi come quella con Patta del 2007 o la splendida “5th Dimension” di Slam Jam nel 2010. Tra queste, però, spiccano diverse colorway realizzate in esclusiva per il negozio newyorkese David Z curate da un certo Ronnie Fieg, il vero artefice della GEL-Mania che avrebbe monopolizzato lo Sneaker Game negli anni successivi.

Il debutto di RF con Asics è nel 2007, quando il marchio decide di premiare gli ottimi risulati che David Z sta ottenendo con le vendite della linea Onitsuka Tiger proponendo al negozio una collaborazione. In diverse interviste Fieg racconta che Asics gli mise a disposizione gran parte dell’archivio per poter scegliere un modello e il caso volle che la sua scelta ricadesse sulla GEL-Lyte III, sneaker che aveva indossato da bambino di cui Asics stava contemporaneamente studiando il rilancio. Un’ottima casualità.

Il primo progetto collaborativo è il “252 Pack”, il cui nome indica il numero di paia prodotte per ciascuna delle tre coloratissime GEL-Lyte III. All’inizio le vendite sono lente e mettono addirittura a rischio il lavoro di Fieg con David Z, ma bastano pochi giorni per raggiungere un clamoroso sold out. Negli anni successivi le collaborazioni si accumulano e in poco tempo il nome associato alle sneakers è quello di Ronnie, non più quello di David Z.

Nel 2011 Fieg apre KITH e per l’inaugurazione delle prime due location escono le “Salmon Toe” e le “Leatherback”, due tra le cw più iconiche tra quelle ideate da RF. Negli anni successivi, complice l’incredibile lavoro di marketing realizzato da Fieg, la GEL-Lyte III diventa il modello più desiderato, venduto e resellato in quel periodo di enorme celebrità per il “retro running”. La GEL-Lyte III (insieme ai Mercer Pants) diventa il simbolo di Ronnie Fieg e del suo nascente impero.

Questo momento di enorme celebrità fece comprendere a molti degli executive di Asics il reale valore del mondo lifestyle e come fosse possibile investire in quest’ambito senza trascurare l’heritage del marchio.
Per Asics la GEL-Lyte III si è rivelata il perfetto punto di contatto tra il mondo degli hypebeast e la storia di continua ricerca ed evoluzione del marchio in ambito performance: un modello no-nonsense che è riuscito, a distanza di due decenni, a conquistare tanto gli sportivi quanto gli sneakerhead.