La moda del pickleball negli Stati Uniti

Tre acquisizioni recenti aiutano a capire la portata del boom del pickleball negli USA: a fine settembre la Major League Pickleball ha comunicato che LeBron James e il suo storico socio Maverick Carter, tramite la società di private equity LRMR Ventures, hanno deciso di investire su una delle nuove squadre che porteranno da 12 a 16 il numero delle partecipanti nella lega professionistica nata solamente nel 2021 (l’operazione comprende anche Draymond Green dei Golden State Warriors e Kevin Love dei Cleveland Cavaliers). Pochi giorni dopo, invece, un altro gruppo tra cui spiccano le figure dell’ex campione di football Tom Brady e la ex numero uno al mondo di tennis Kim Clijsters (il Knighthead Capital Management, LLC) ha annunciato l’acquisto di un altro expansion team in vista del campionato che inizierà nel 2023, che sarà di certo più seguito e più ricco di quello che sta per concludersi. L’ultimo gruppo a essersi inserito in questo business, in ordine cronologico, è Thirty Five Ventures, il fondo di investimento fondato da Kevin Durant e dall’imprenditore Rich Kleiman che sarà a capo di una squadra partecipante alla nuova stagione MLP.

Sebbene non ancora particolarmente conosciuto in Italia, negli Stati Uniti questo curioso sport dall’etimologia incerta (letteralmente “palla sottaceto”) è nato un po’ per caso nel 1965 su un’isola dello Stato di Washington e sta conquistando sempre maggiore popolarità. Sembra un mix tra tennis, ping pong e badminton, con molte similitudini rispetto all’exploit raggiunto recentemente dal padel nel nostro Paese. Uno dei punti in comune tra le due discipline è sicuramente quello legato al picco di diffusione, concentrato nei mesi di pandemia quando in molti hanno sperimentato nuove attività sportive e iniziato a dedicarsi a passatempo mai provati. Un altro è legato alla facilità con cui approcciarsi a questo gioco senza la necessità di dover aspettare settimane per prendere le misure e sentirsi competitivi, motivo per il quale inizialmente è stato molto praticato dagli sportivi più anziani. Un ulteriore elemento in comune è quello che ha riguardato la velocità con cui sono state trasformate strutture destinate ad altre attività (facendo arrabbiare una vecchia gloria del tennis come Martina Navrátilová), ma anche cortili e giardini privati, consentendo di realizzare rapidamente campi da pickleball praticamente ovunque – anche per via delle dimensioni inferiori e dei bassi costi di realizzazione.

In quanto sport da racchetta, il pickleball ha ereditato qualcosa da tutti i suoi simili: il campo ha le stesse dimensioni di quello di badminton (13 metri x 6, circa un terzo di un campo regolamentare da tennis) ma una rete decisamente più bassa, posta a poco meno di un metro di altezza. La palla utilizzata è molto simile a quella adoperata per il wiffle, è molto piccola e leggera (pesa circa 25 grammi) e soprattutto bucherellata da un numero variabile tra 26 e 40 fori. Per colpirla i giocatori utilizzano una sorta di paddle, una pagaia rettangolare liscia e dalle dimensioni ridotte. Ai giocatori, che solitamente si sfidano a coppie (la Major League Pickleball è formata da squadre miste di quattro giocatori), è permesso colpire la palla al volo o dopo un solo rimbalzo, ad eccezione della non-volley zone o kitchen situata in prossimità della rete, in cui è vietato.

Nell’ultimo anno la crescita del pickleball è testimoniata da una serie di numeri e statistiche che documentano non solo la costruzione di nuove location (secondo le stime di inizio anno, i campi erano 35.000), ma anche la crescita di praticanti (tra questi anche molti personaggi famosi, da Leonardo DiCaprio a Emma Watson passando per George Clooney, Michael Phelps e Kim Kardashian), di tornei organizzati, di racchette e palline vendute, di match trasmessi in tv. Le istituzioni di una lega professionistica a squadre, proprio come tutti gli altri grandi sport nazionali, e di un’organizzazione che gestisce gli incontri professionali, la PPA (Professional Pickleball Association), sono state le naturali conseguenze che la diffusione di questo sport richiedeva. La moda del pickleball ha perfino portato alla conversione di alcuni ex tennisti, una mossa che spesso viene interpretata come un tradimento: dopo quella dello statunitense Noah Rubin, che nel bel mezzo della sua carriera ha deciso di abbandonare il tennis per dedicarsi alla sua nuova passione, presto potrebbe arrivare quella del connazionale Sam Querrey, ex semifinalista a Wimbledon e da poco ritiratosi ufficialmente dal circuito.

Per come viene raccontato da chi sta assistendo a questa rapida escalation, il pickleball deve il suo successo al fatto di essere uno sport per tutti, un motivo in più per essere apprezzato nel Paese che si vanta di essere uno dei modelli universali di democrazia. Un recente articolo del Wall Street Journal sul tema è stato titolato “Una cosa su cui gli americani possono essere d’accordo? Il Pickleball”, mentre nel raccontare esaustivamente il fenomeno anche attraverso il punto di vista dell’impatto culturale e sociale il New Yorker ha addirittura azzardato “Il pickleball può salvare l’America?” in un pezzo uscito lo scorso luglio. La realtà è che, al netto della conquista dello status internazionale che non ha ancora ottenuto (in Italia, a proposito, dopo l’apertura dei primi campi nel 2017 a Tocco da Casauria, in provincia di Pescara, molti altri sono stati inaugurati nel 2021) resta da capire se questo nuovo sport riuscirà a colonizzare decine di Paesi in tutto il mondo oppure si limiterà a mantenere le previsioni di crescita degli appassionati locali (cinquanta milioni di praticanti entro fine decennio), ma senza mai sfondare veramente fuori dai confini nazionali come altri sport tradizionalmente americani.