La porta girevole dispersa nel nulla di Ibiza

Cosa ci fa un’insolita porta girevole al centro di un vuoto giardino terroso nel bel mezzo di Ibiza? 

Tranquilli, non c’è bisogno di pensare a qualcosa di inspiegabilmente misterioso o irrimediabilmente sconosciuto per venire a capo del quesito, dato che la risposta, in realtà, è più semplice di quello che si possa immaginare. Se la porta fosse un’opera scultorea e il luogo fosse proprietà di un collezionista d’arte, allora tutto sarebbe più familiare e non ci resterebbe altro da fare che conoscere l’artista e la storia dietro a questa curiosa opera, cosa che faremo proprio in questo articolo.

La scultura in questione, dal titolo “Outdoor Sculpture”, è stata concepita e realizzata da Stefan Brüggemann, artista che ha fatto dell’atteggiamento irriverente e radicale, verso la produzione artistica, la sua cifra stilistica. Nato nel 1975 a Città del Messico, città che oggi lo ospita insieme a Londra, Brüggemann ha sviluppato un linguaggio artistico multiforme e contaminato in cui confluiscono soprattutto Minimalismo e Arte Concettuale: sculture, fotografie, grandi installazioni e neon sono spesso integrati con parti testuali capaci, attraverso il sapiente uso delle parole, di mandare messaggi diretti anche se spesso lasciati impliciti. Uno dei suoi tratti distintivi nella produzione di un’opera d’arte consiste nel prendere come riferimento un lavoro già sviluppato in passato da un celebre artista e cercare di reinterpretarlo, farlo suo e traslandolo all’interno del proprio corpus artistico, in modo che possa assumere un nuovo significato. La stessa “Outdoor Sculpture” esemplifica al meglio questo processo di “appropriazione” a cui l’artista ricorre frequentemente.

La scultura, infatti, nasce dalla reinterpretazione della porta girevole di Donald Judd, l’artista statunitense riconosciuto come uno dei punti di riferimento del Minimalismo che, a partire dagli anni ’60, ha concentrato la sua produzione sia nel campo artistico, che in quello architettonico e del design, fino ad arrivare alla progettazione di arredi a partire dalle proprie esigenze. La porta di Judd, oggi impiegata negli edifici della Chinati Foundation a Marfa, Texas, dove l’artista si trasferì a vivere nel 1972, non è nient’altro che una porta girevole caratterizzata da un perno centrale, da legno e vetro come unici materiali impiegati e da un’inconfondibile ripartizione visiva in quarti della superficie.

Brüggemann con la sua opera ha riproposto la medesima soluzione a livello formale e volumetrico (scala 1:1), senza cambiare di una virgola la struttura della porta originale, ma ha introdotto la sua visione artistica attraverso due scelte fondamentali: l’acciaio inossidabile è l’unico materiale impiegato e rende la porta riflettente al pari di uno specchio, facendo sì che non passi inosservata; mentre la location, che è cambiata nel corso degli anni, è sempre un luogo aperto che ospita solamente la porta e i visitatori. Queste scelte, dunque, allontanano la scultura di Brüggemann dal lavoro di Judd, basti pensare alla perdita della funzionalità e dell’utilità della porta girevole in legno, ma permettono all’artista messicano di comunicare nuovi messaggi e sensazioni. Lui stesso afferma che “Outdoor Sculpture”, insieme anche ad altri readymade in acciaio tra cui “Trap Door” (2017) e “Exit Door” (2017), sia un “generatore di dubbio” in quanto il suo perpetuo moto di rotazione, imprevedibile ed autonomo, insieme alla sua collocazione fuori da un contesto usuale e alla privazione di una funzione, fanno interrogare le persone sul senso dell’oggetto, provocando un iniziale smarrimento e una successiva ricerca di risposta, azioni che per Brüggemann fanno ritornare l’uomo ad un autentico contatto con la realtà e il mondo che lo circonda.

L’opera, sbarcata nella collezione privata di Marcelo Burlon a Ibiza dopo essere stata venduta dalla galleria Hauser & Wirth, è sicuramente affascinante per il risultato visivo che i riflessi dell’acciaio e il ciclico movimento della porta restituiscono alle persone, che possono divertirsi, durante la vista, a fare video dove scompaiono e ricompaiono dietro la porta rotante, ma è soprattutto portatrice di un profondo contenuto concettuale ed è efficace espressione della produzione artistica di Stefan Brüggemann.