Quella che sta per iniziare è l’edizione numero centotrentacinque del torneo di Wimbledon, già molto chiacchierata per via della scelta di negare a tennisti e tenniste di nazionalità russa e bielorussa la possibilità di giocare, e la conseguente decisione dell’ATP di non assegnare alcun punto valido per la classifica. La terza tappa del Grande Slam è da decenni considerata una delle più affascinanti del circuito, sicuramente la preferita di molti partecipanti e appassionati per via dell’atmosfera, della location e anche di alcune consuetudini che hanno reso unico il torneo nel corso degli anni. Uno degli aspetti più determinanti nella costruzione di questo immaginario comune è senza dubbio la superficie su cui si disputano gli incontri, l’erba naturale e le particolarità del circolo che ospita la competizione dal 1877, il celebre All England Lawn Tennis and Croquet Club situato nella periferia sud-ovest di Londra.
La struttura immersa nel verde che sorge tra Church Road e Somerset Road è composta da 18 campi utilizzati nel corso della competizione (nominati dall’1 al 18 con l’aggiunta del Centre Court e ad esclusione del campo n. 13, che non esiste), ai quali si aggiungono altri 20 campi in erba e 8 in terra destinati agli allenamenti e utilizzati nel corso dell’anno dai soci del club. I campi, la cui perfezione si può ammirare soprattutto nei primi giorni del torneo prima che subiscano l’usura causata dalle partite, sono curati in maniera estremamente precisa e rigorosa durante tutto l’anno, ma hanno bisogno di una manutenzione quotidiana anche nel corso delle due settimane in cui si svolge la competizione (tantissime info sono qui). Dal 1995 i campi vengono tutti tagliati a 8 millimetri e dal 2001 per la semina vengono utilizzati solamente semi di loglio (il famoso perennial ryegrass, o lolium perenne) al posto della mistura che prevedeva il 30% di festuca rossa (creeping red fescue), in modo da rendere il manto erboso più resistente possibile, e nello stesso tempo garantire le prestazioni migliori soprattutto in termini di velocità della palla. Ad occuparsene è un team di quindici giardinieri che raddoppiano durante il periodo del torneo e che fanno capo a Neil Stubley, groundsman dal 1995 e oggi designato come head of courts and horticulture.
Per quanto Wimbledon sia considerato uno dei tornei più conservatori del mondo, i cambiamenti all’interno dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club sono stati tanti, soprattutto in tempi recenti. Uno su tutti è quello che ha riguardato l’installazione del tetto retrattile sul Centre Court, costruito nel 1922 e che proprio quest’anno festeggerà il suo centenario: per la prima volta nella storia è stato a disposizione dei tennisti nei giorni precedenti all’inizio del torneo, e in particolare di Rafael Nadal e Matteo Berrettini che lì hanno svolto una sessione di allenamento inedita. La copertura prevista in caso di pioggia, una situazione che si verifica molto spesso e che parecchie volte ha condizionato il regolare svolgimento degli incontri, è stata completata nel 2009 grazie a un tetto trasparente che si chiude in meno di dieci minuti e che permette anche di prolungare il gioco per qualche ora in caso di oscurità. Inoltre, il livello di umidità adatto a non modificare la condizione dell’erba viene garantito da un sofisticato sistema di areazione. Dopo il campo centrale, il tetto retrattile è stato posizionato anche sul campo n.1 a partire dall’edizione 2019.
A proposito di abitudini decennali e tradizioni da rispettare, come quella del dress code total white imposto a tutti i partecipanti, l’edizione 2022 si tornerà a giocare nel corso della Middle Sunday, la domenica che intercorre tra la prima e la seconda settimana durante la quale non si è mai disputato alcun incontro, eccezione fatta per quattro volte a causa della pioggia. Ma il piano più rivoluzionario è quello che riguarda l’adiacente Wimbledon Park, su cui l’AELTC vorrebbe costruire un campo da ottomila posti (che sarebbe il terzo per capienza, dopo il centrale da quindicimila e il campo n.1 da dodici) e ben 38 campi su cui far disputare i match di qualificazione, che attualmente si disputano presso il The Bank of England Sports Centre di Roehampton, poco distante di Wimbledon. Si tratterebbe dell’ennesima evoluzione – necessaria secondo gli organizzatori – per competere con gli altri tre tornei del Grande Slam, in modo da aumentare il flusso di visitatori giornaliero e portarlo a cinquantamila. Il progetto si completerebbe non prima del 2030, anche se sta ovviamente trovando l’opposizione di alcune famiglie residenti nella zona preoccupate da questa trasformazione.