Il calcio italiano subirà una nuova rivoluzione in termini di diritti TV. Proprio in queste ore attraverso una sentenza da parte del Consiglio di Stato si è deciso di limitare il monopolio da parte di Sky per i diritti della serie A, in particolare sulle piattaforme streaming.
Fino alla sentenza di oggi le uniche piattaforme che avevano la possibilità di offrire all’interno del loro palinsesto le partite di Seria A erano Now Tv e Dazn. La prima è sempre stata sotto l’egemonia di Rupert Murdoch, la seconda invece, dopo aver dichiarato guerra durante il primo anno, con scarso risultato e anche con qualche danno d’immagine, ha deciso, in parte, di annettersi anche essa all’emittente Sky, trasmettendo in satellitare e migliorando così la sua fruizione.
Le carte in tavole però adesso cambiano e ci saranno sicuramente nuovi sviluppi. Infatti dal 24 giugno Sky non potrà essere l’unico distributore di partite di Serie A via web. Questa situazione cambierà sicuramente molti aspetti all’interno del nostro panorama, dato che l’anno prossimo le parti si dovranno sedere a tavolino per concordare i diritti del triennio 2021/2024.
Che cosa ci dobbiamo aspettare?
Sicuramente l’avvento di nuovi player all’interno di questo mercato così attrattivo potrebbe definire un nuovo modo di fruire le partite di calcio. Now Tv, che fino ad oggi guadagnava gran parte dei suoi iscritti dalle partite di Serie A e da alcune esclusive per la Champions League, potrà risentire di un’alta competizione, compromettendo la sua presenza all’interno del mondo streaming.
Un altro elemento da non sottovalutare è la strategia di prezzo che si può applicare all’interno di una piattaforma streaming. Siamo tutti a conoscenza di quanto sia, se pur bello, mantenere un abbonamento Sky. Fino ad oggi una delle leve che permetteva a Sky di sostenere il suo radicato pacchetto clienti era sicuramente l’esclusività dei match di Seria A, cosa che dall’anno prossimo non sarà più cosi e produrrà un abbassamento dei prezzi del pacchetto calcio.
In parte, gli effetti di questo scenario li abbiamo già notati durante l’intrusione, per poco tempo, di Mediaset Premium all’interno del panorama calcio. In quel periodo l’emittente di origine inglese ha sentito sotto di sé il pavimento tremare, per poi passare all’attacco, assorbendo nel 2018 i palinsesti e le piattaforme dell’emittente di Cologno Monzese.
Uno degli aspetti negativi di questa nuova guerra ai diritti televisivi è sicuramente l’avvento di un’asta al ribasso. L’ultima trattativa tra la Lega e Sky si era conclusa con un accordo da 1 miliardo di euro, una cifra corretta considerando l’esclusività ottenuta da Sky negli anni passati. Ovviamente l’avvento di nuovi player e la fine di un Monopolio provocherà una diminuzione delle offerte da parte delle emittenti nei confronti della Lega e a farne discapito saranno proprio le società, che fondano il proprio bilancio e salute economica annuale sulla voce dei diritti televisivi.
Ciò che rende felice il tifoso non è solo il poter guardare la propria squadra ad un prezzo più basso ma sarà inoltre quello di godere di una competizione che costringerà le emittenti a fornire un servizio migliore rispetto ai loro “rivali”, per poi acquisire una maggiore fetta di iscritti. Una sana competizione che è venuta a mancare negli ultimi anni.
Quali saranno le piattaforme del 2021?
Sicuramente tra i candidati ad acquisire i diritti ci sarà Sky e la sua piattaforma SkyGo, ma questa sentenza ha aperto le porte a Dazn, che a livello di risorse e struttura è già abbastanza pronta, e Amazon. L’azienda di Jeff Bezos ha già iniziato a muovere i suoi primi passi in Premier League, molto probabilmente dopo questa notizia inizierà anche a ragionare sulla nostra Serie A. Un’altra piattaforma che ha già mostrato interesse nell’investire in Italia è CVC Capital, che sembrerebbe pronta a fare pianificazioni di lungo termine, investendo cifre folli.
Ad oggi è ancora presto poter definire come e quali saranno i player del mercato dei diritti televisivi per la Serie A in Italia. L’aspetto importante è che la presenza di nuove piattaforme favoriranno l’avvento di una competizione costruttiva, nel quale l’utente potrà gioire e i club invece vedranno ridursi le loro entrate derivanti dai diritti Tv.
Una scelta, quella del Consiglio di Stato, che sicuramente favorisce il cittadino e il suo modo di fruire lo sport sul proprio territorio.