Mentre prosegue il flusso di sfilate e presentazioni che anticipano la moda dei prossimi mesi, si delineano in parallelo le soluzioni di stile più ricorrenti tra designer, marchi high fashion e street. A livello di stampe, in particolare, torna ad affacciarsi il motivo bandana, vale a dire quella ripetizione di grafismi a goccia d’ispirazione naturalistica, generalmente bianchi, che si stagliano su un fondo a contrasto in tinta unita.
Il nome deriva dall’omonimo fazzoletto di stoffa da usare a mo’ di foulard oppure come copricapo, ma in realtà il disegno in sé è parente stretto della fantasia Kashmir, le cui origini risalgono alla notte dei tempi – comparve con ogni probabilità nel II secolo d.C.
La bandana evoca senz’altro l’iconografia dei cowboy, tuttavia nel tempo ha identificato gruppi sociali o singole personalità tra loro lontanissime, dai motociclisti bramosi di libertà degli anni ‘60 (celebrati dalla pellicola cult “Easy Rider”) ai giovani della frastagliata galassia della controcultura, dalle celebrità passate (Jimi Hendrix in primis, vanno però ricordati anche Axl Rose, Bruce Springsteen e Mickey Rourke) alle gang delle metropoli americane nei 90s.
La frequenza di queste fantasie nelle suddette proposte modaiole del 2021, comunque, si rifà a sua volta a brand pionieri della moda “made in Japan” come Kapital, Visvim o Children of the Discordance, che ispirandosi all’abbigliamento workwear che fu (verosimilmente ai minatori “redneck” che, negli Stati Uniti d’inizio Novecento, sfoggiavano fazzoletti rossi ai cortei di protesta) hanno cominciato a trasferire la grafica in questione direttamente su capi dal gusto urban. La bandana print ha cominciato così a fare capolino su puffer jacket, giacche-camicia, bowling shirt, felpe e affini.
Una spinta notevole al trend, inoltre, l’hanno data recentemente alcuni artisti contemporanei: se A$AP Rocky, nel giugno 2018, è stato avvistato alla settimana della moda parigina con un variopinto completo giacca-pantalone Loewe, l’anno seguente Drake, a un match NBA, ha optato per una down jacket Visvim; come non citare, poi, la presenza della stampa in una delle collabo più hype del “solito” Supreme, quella con The North Face, oppure le Travis Scott x Nike SB Dunk Low del febbraio 2020, caratterizzate da un pannello in denim con i caratteristici disegni ondulati? Tutti capi e accessori che hanno anticipato l’arrivo, nelle collezioni del 2021, di una messe di nuove interpretazioni della fantasia bandana, cominciando proprio dalle sopracitate label giapponesi. Se nella S/S 2021 di Children of the Discordance il motivo si posava su anorak, maglioni e blazer, in quella di Kapital ricopriva bucket hat, giubbetti e drappi che pendevano dal taschino di blazer oversize.
Kith, invece, ha cosparso di print customizzati nei toni del viola, rosso e verde acqua molti pezzi dell’ultima release, tra gli altri overshirt, cappelli, sweatpants e borse tote.
Non mancano certamente le riletture ad opera di stilisti e marchi di punta del menswear, come testimoniato dagli show S/S 2021: si va dai pantaloncini crochet di Amiri, percorsi dalle linee tortuose della stampa, ai look di MSGM nei quali decora capi tie dye o si frappone a grafiche lisergiche, dallo specialista del paisley Etro (che la propone anche in versione head to toe) alle camicie nella classica combo bianco e nero di Officine Générale.
A giudicare poi dalla quantità di variazioni sul tema nelle sfilate F/W 2021 (di nuovo MSGM, Études, Lazoschmidl ecc.), la bandana print sembra pronta a ritagliarsi un ruolo da protagonista anche negli outfit per la stagione fredda che verrà.