21 Savage ha realizzato il suo sogno americano

Se parlare del concetto astratto di “american dream” negli Stati Uniti sembra quasi anacronistico, risulta invece estremamente attuale se contestualizzato alla storia personale di 21 Savage. Il rapper naturalizzato americano, infatti, ha vissuto la maggior parte della sua vita da “outsider” per status sociale e civile. Oggi il sogno di 21 Savage ha trovato compimento, ma è un viaggio che parte da molto lontano, come visto nell’intro dell’album.

La visualizzazione del sogno, infatti, nasce dalla madre, Heather Carmillia Joseph, giovane donna caraibica cresciuta negli UK, emigrata nei sobborghi di Atlanta col marito e ritrovatasi poi a crescere da sola il figlio e le quattro sorelle con tutte le difficoltà del caso.

“L’idea di dargli le giuste opportunità
Mi ha aiutato a non smettere mai di andare avanti
[…]
Per tutte le prove e tutti i dolori
La missione è stata sempre quella
Che mio figlio potesse diventare un uomo 
e vivere libero il suo sogno american”

Heather Carmillia Joseph in “american dream (Intro)”

Nel corso degli anni, 21 è riuscito a capitalizzare gli sforzi materni grazie al proprio talento, guadagnandosi un posto di primo piano nella scena Rap mondiale e per certi versi unico: un “outsider” capace di aprirsi al mainstream più assoluto – come dimostrato dalle hit da miliardi di streaming nel suo catalogo e dall’ultimo anno al fianco di Drake – ma anche di preservarsi crudo e senza filtri.

american dream” rappresenta uno step di consolidamento artistico importante, che raccoglie tutta l’eredità del percorso fatto fino a questo momento senza snaturare nulla di quello che ha reso 21 Savage chi è oggi, evidenziandone anzi i miglioramenti costanti.

STATS YOU DIDN’T ASK FOR:
• “21” detto 144 volte, media di 10.3 a canzone
• “Pussy” detto 39 volte, media di 2.8 a canzone

LYRICS SPLIT:
• 53.3% Violenza
• 30.3% Sesso
• 14.9% Soldi
• 7.6% tutto il resto

Fonte: Hip Hop by the Numbers

I flow ed i topic sono quelli distintivi, l’attitudine trap resta dominante sia nei testi che nei visual, il sound resta cupo ma notiamo un’evoluzione interessante grazie ad un utilizzo costante dei sample, soprattutto di matrice R&B.

LISTA SAMPLE:
• “all of me” campiona “Wishing on a Star” di Rose Royce
• “Redrum” campiona “Serenata Do Adeus” di Elza Laranjeira
• “née nah” campiona “About Her” di Malcolm McLaren
• “prove it” campiona “You Are My Joy (Interlude)” di Faith Evans
• “should’ve wore a bonnet” campiona “I Don’t Want to Do Anything” di Mary J. Blige
• “just like me” campiona “”raw” di LOONY

Brani come “letter to my brudda”, “see the real” e “just like me” con Burna Boy sembrano continuare la linea tracciata in “Her Loss” e prima ancora in alcuni passaggi di “Savage Mode II”, proponendo 21 Savage in una versione smooth melodic che ormai gli appartiene. Anche parte dei featuring coinvolti contribuiscono a caratterizzare queste sonorità all’interno dell’album, con contributi importanti da parte di artisti come Doja Cat, il già citato Burna Boy, Summer Walker, Brent Fayaz e Mariah the Scientist.

Un altro collegamento tra questo album ed il suo recente passato musicale riguarda la volontà di ampliare i confini della sua narrativa ad una prospettiva cinematografica. Se “Savage Mode II” era stato accompagnato dall’iconica voce di Morgan Freeman come narratore esterno in modo tale da rendere il disco quasi filmografico, questa volta l’album verrà accompagnato da un film autobiografico in uscita durante il corso del 2024, che vedrà protagonisti Donald Glover e Caleb McLaughlin, come mostrato nel trailer di lancio.

21 Savage oggi si mostra desideroso più che mai di raccontarsi attraverso forme differenti per glorificare il compimento del sogno familiare. Avercela fatta da outsider e con la forza della propria identità non è in fondo un vero “american dream” contemporaneo?