Non sapevamo che cosa aspettarci dall’arrivo di Lazza a Sanremo, la paura che il rapper si presentasse sul palco dell’Ariston con qualcosa di lontano dal suo stile era tangibile. Ma è chiaro che se decidi di partecipare al Festival devi metterti giù a scrivere qualcosa che sia pensato per quel tipo di situazione.
Lazza è arrivato quindi con “Cenere”, un brano eseguito in modo impeccabile di fronte a una platea che per i primi minuti sembrava metterlo in difficoltà. Ha cantato, intervallando il ritornello con parti leggermente rappate, tirando fuori una voce che non sapevamo avesse.
Si è snaturato? Forse, ma neanche poi così tanto. Lazza ha sempre avuto molta attenzione per le variazioni melodiche all’interno dei suoi pezzi, motivo per cui è sempre stato accettato da un pubblico più ampio rispetto a quello che segue il rapper canonico, che si concentra sulle barre da sputare dritte una dopo l’altra.
“Cenere” è un pezzo che si avvicina alle sue corde, nonostante non rappresenti ciò che abbiamo sempre sentito da parte sua. Un naturale – seppur accompagnato – passo verso la sua prossima evoluzione artistica che, a questo punto, ci immaginiamo di veder continuare. Non è il classico pezzo che ci si aspetta di sentire al Festival, è più audace, movimentato, ma riuscito. Vittoria o meno, Lazza ha spaccato e lo ha fatto davanti a un pubblico che lo ha visto per tutto questo tempo in cima alle classifiche senza probabilmente averne così chiaro il motivo.
Ultimo ma non ultimo, impossibile non fare una menzione a Dardust, che ancora una volta si è spinto oltre creando il tappeto perfetto per far spiccare in modo impeccabile un artista non avvezzo a tali contesti, portando di nuovo un’aria di novità.