Le gare di schiaffi riusciranno a istituzionalizzarsi?

ll cosiddetto slap fighting è uno sport da combattimento che consiste di fatto in una gara di schiaffi – dove sono presenti due atleti, che si alternano nei ruoli di striker, cioè chi tira lo schiaffo, e defender, ovvero chi riceve il colpo. Ogni incontro dura un certo numero di riprese, che varia a seconda delle regole delle singole federazioni. Si può vincere per knock out, ossia costringendo l’avversario a ritirarsi, oppure in base ai punti assegnati da un’apposita giuria, che valuta l’intensità dello schiaffo e la velocità di recupero, tra le altre cose. Lo slap fighting resta comunque una pratica considerata estremamente controversa, ed è spesso criticata per i rischi a cui sono sottoposti gli atleti. Tuttavia, negli ultimi anni sta riscuotendo un certo successo e si sta pian piano istituzionalizzando. Inizialmente lo slap fighting iniziò a diffondersi soprattutto in Russia, dove venivano organizzate delle sgangherate gare di schiaffi durante alcuni eventi dedicati al fitness, e che di solito avevano in palio montepremi dell’equivalente di poche centinaia di euro. Successivamente è arrivato negli Stati Uniti, e qui ha iniziato il suo percorso per provare a diventare uno sport a tutti gli effetti, con molto difficoltà.

Anche per via della popolarità che i video delle gare di schiaffi hanno avuto sui social network, in particolare Instagram e TikTok, negli ultimi anni alcuni imprenditori – principalmente russi o statunitensi – hanno deciso di investire su questa disciplina. Sono state così create delle federazioni ad hoc, caratterizzate da tutti gli elementi tipici degli sport da combattimento – tra cui le categorie di genere e di peso o le cinture. Una delle federazioni oggi più famose è la Power Slap, fondata nel 2022 da Dana White, CEO dell’Ultimate Fighting Championship (UFC), la principale lega di arti marziali miste. Un’altra realtà molto nota nel settore è la Slap Fighting Championship, i cui eventi vengono spesso presentati da celebrità come Arnold Schwarzenegger e Logan Paul, un noto youtuber che propone contenuti-video dedicati agli sport da combattimento.

Lo slap fighting, eppure, fatica a essere riconosciuta come una reale disciplina sportiva, ed è spesso criticato per via della violenza dei suoi incontri e per i rischi che può comportare per gli atleti – soprattutto a causa dell’alta probabilità di subire commozioni cerebrali. Il fondatore di Power Slap, parlando con il New York Times, ha precisato di non essere preoccupato da queste critiche, dato che sono all’incirca le stesse che già in passato avevano ricevuto le arti marziali miste: «Tutti dicevano che l’UFC non era un vero sport, che era barbaro, che non avrebbe mai funzionato». Questa disciplina oggi, invece, gode di grande popolarità, mentre solo fino a qualche anno fa era per l’appunto considerata dal pubblico e dagli esperti eccessivamente brutale. Tuttavia, far diventare lo slap fighting uno sport di massa potrebbe essere più complicato rispetto a quanto avvenuto con le arti marziali miste. Le gare di schiaffi, infatti, anche in presenza di un’adeguata regolamentazione resterebbero uno sport molto più pericoloso.

La Power Slap ha tentato comunque di introdurre alcune regole che, in linea teorica, dovrebbero rendere questa disciplina più sicura, pur senza snaturarla. Ad esempio, oggi ogni atleta, per poter gareggiare, deve indossare un paradenti e dei tappi per le orecchie. Inoltre, i colpi per essere considerati validi devono essere indirizzati in un punto specifico della faccia, tra la mandibola e gli occhi, mentre è vietato colpire il mento. Il fondatore della Power Slap ha detto al New York Times che la sua federazione alloca molte risorse economiche per assicurare un’adeguata assistenza sanitaria durante e dopo il match: «Queste sono le cose su cui dobbiamo educare le persone, proprio come facemmo anni fa con le arti marziali miste», ha aggiunto. Tuttavia, tali precauzioni sono considerate eccessivamente superficiali da moltissimi medici. «Questo non è uno sport, ok?», ha commentato il direttore della Brain Injury Association of America parlando con il New York Times. Nello slap fighting «c’entra soltanto la capacità fisiologica di resistere a un trauma alla testa. È come vedere quante volte qualcuno riesce a sbattere la testa contro un muro di mattoni». Secondo diversi esperti, tentare e di aumentare la sicurezza dello slap fighting sarebbe di per sé inconcludente, perché la disciplina resterebbe comunque eccessivamente controversa e brutale.