Le sanzioni internazionali applicate contro la Russia hanno coinvolto anche il settore del lusso. Se inizialmente la quasi totalità dei brand di moda aveva deciso “solamente” di chiudere i propri negozi sul territorio, ora la vendita di prodotti di alta moda a cittadini russi sembra essere vietata anche nel resto del mondo. Come si legge in una nota emanata dall’Unione Europa, infatti, ad oggi “è proibito vendere, fornire, trasferire o esportare, direttamente o indirettamente, beni di lusso a ogni persona fisica o giuridica, ente o corpo in Russia e per uso in Russia”.
È a questo punto che la situazione esplode sui social. Qualche giorno fa, l’influencer russa Anna Kalashnikova ha deciso di esprimere, in un lungo post su Instagram, il suo dissenso per il trattamento che le sarebbe stato riservato nella boutique Chanel di Dubai a causa della sua nazionalità. Alla ragazza sarebbe stato infatti impedito di acquistare prodotti del marchio francese nello store degli Emirati Arabi e così è arrivato il lungo messaggio di indignazione sui social.
Dopo questo primo post, altre influencer si sono unite alla lotta contro Chanel e al modo discriminatorio in cui fidate clienti russe sono state trattate. Tra queste, l’interior designer Liza Litvin e Yana Rudkovskaya (moglie del campione olimpico di pattinaggio artistico Alexander Plyushenko) hanno accusato il brand di aver messo in atto un comportamento da regime nazista, in quanto obbligate a mostrare la carta d’identità e a firmare un documento in cui dichiaravano che la loro residenza principale non si trovava in Russia e che non avrebbero trasferito o indossati i loro prodotti nel territorio.
Ma non finisce qui, perché dopo le lamentele scritte è arrivata anche la “challenge” per mettere alla gogna il marchio francese. A lanciare ciò è stata l’attrice Marina Ermoshkina, che ha deciso di postare un video in cui taglia a metà una delle sue borse Chanel con un paio di cesoie. “Non esiste borsa o altro oggetto che valga come l’amore per la mia madrepatria o il rispetto per me stessa”, dichiara Marina nella caption del suo video in cui invita a contribuire a questo movimento e a pubblicare anche solamente una foto del logo Chanel sbarrato, così da dimostrare il proprio supporto alla nazione.
A quanto pare il comportamento degli store di Parigi e Dubai (in linea con le disposizioni imposte dall’Unione Europea) ha colpito nel profondo la dignità delle cittadine russe poiché in diverse si sono unite al gesto di Marina Ermoshkina. Al grido di #byebyeChanel, la modella Victoria Bonya e la dj Katya Guseva distruggono le loro borsette firmate mentre condannano la natura “razzista” del brand.
E se da parte di Chanel non è ancora stato rilasciato nessun comunicato ufficiale riguardo alla questione, un rappresentante del brand avrebbe dichiarato a Business of Fashion che il marchio sta semplicemente seguendo le sanzioni internazionali imposte e che se il modo in cui la legge è stata seguita ha turbato alcune delle clienti, Chanel continuerà ad accogliere tutti a prescindere dalla loro nazionalità.
Il gesto delle influencer ha ovviamente riscosso grande seguito nel paese mentre nel resto del mondo la notizia è stata pubblicata dalle principali testate giornalistiche, facendo sì che il loro obiettivo di suscitare scalpore venisse raggiunto. La Russia rappresenta uno dei principali acquirenti della moda di lusso (e in particolare di Chanel) quindi quali saranno le vere conseguenze di questo gesto? Ma soprattutto, quanto durerà questo “sciopero” da Chanel?