Le New Balance “Made in USA” sono davvero realizzate negli Stati Uniti?

Se c’è un marchio che ha deciso di differenziarsi rispetto ai propri competitor, promuovendo la qualità e una particolare attenzione per la manifattura dei prodotti, questo è New Balance. Il brand fondato nel 1906 con sede a Boston ha sempre puntato molto sul mantenimento di elevati standard qualitativi, tanto da localizzare le sue filiere produttive in Inghilterra e negli Stati Uniti. Proprio a causa del branding “Made in USA”, sinonimo di qualità utilizzato su tutti i modelli realizzati negli States, New Balance si è però trovata al centro di spiacevoli vicende legali.

Nelle scorse ore Matthew Crisostomo, Anthony Bollini, Spencer Verrilla, Derrick Evans, Clifton Bradley e Robert Kaminsky avrebbero infatti depositato una querela ai danni di New Balance, accusando l’azienda di trarre in inganno i propri clienti. Secondo i querelanti, infatti, l’utilizzo di tag, etichette e stampe, come quelle che troviamo sui box delle scarpe e che citano la frase “Made in USA”, potrebbero risultare fuorvianti agli occhi di un acquirente che, convinto di star comprando un prodotto realizzato interamente negli Stati Uniti, si trova invece in mano una scarpa di cui più del 30% risulta esser composto da materiali importati o assemblati all’estero.

Secondo la US Federal Trade Commission (FTC), infatti, affinché un bene venga etichettato come “Made in USA” quest’ultimo deve garantire che tutte le parti più importanti che lo compongo e l’assemblaggio provengano direttamente dal territorio statunitense. Nel caso specifico di New Balance, gli standard rispettati equivalgono a una percentuale troppo bassa, aggravata dal fatto che le suole delle scarpe, considerate fondamentali per il prodotto finito, sono realizzate e poi importate direttamente dalla Cina.

New Balance non ha ancora risposto alle accuse mosse nei suoi confronti. Non ci rimane che attendere ulteriori sviluppi per scoprire quali contromisure verranno prese dal marchio.