Le più iconiche scenografie del Festival di Sanremo

Con l’inizio di febbraio, in l’Italia succede ogni anno qualcosa che ha dell’incredibile. Social media, radio e TV sono presi d’assalto da un unico argomento che, tra chi lo ama e chi lo odia, fa parlare di sé come poche altre cose sanno fare. Che lo si voglia o meno, infatti, il Festival di Sanremo è un fenomeno che riguarda tutti gli italiani e, dopo più di 70 anni, continua a rappresentare uno degli eventi più attesi del nostro Paese. Non c’è da stupirsi, dunque, se ovunque ci si giri nei giorni che precedono l’inizio della competizione canora italiana per eccellenza, tutti i riflettori sono puntati su cantanti, ospiti e presentatori, quei protagonisti che daranno vita allo spettacolo tra le pareti del Teatro Ariston. Tuttavia, c’è qualcosa che durante il Festival si ha sempre sotto gli occhi, ma che tende a passare in sordina il più delle volte: la scenografia.

Sin dalla sua prima edizione del 1951, il Festival di Sanremo ha ospitato i propri concorrenti su palchi allestiti da svariati creativi. Al pari di canzoni e abiti, infatti, anche le scenografie hanno detto la loro, rivelandosi uno specchio di mode e gusti del periodo in cui sono stati realizzati.

Nella sua prima sede, quella del Salone delle Feste del Casinò Municipale, la kermesse della canzone italiana vede Lorenzo Musso come protagonista indiscusso nella creazione delle scenografie che, durante gli anni ’50, risultano semplici e ricche di fiori. Siamo agli albori dell’evento e il palco, incredibilmente piccolo rispetto a quelli a cui siamo abituati oggi, viene misuratamente decorato talvolta con tendaggi, talvolta esclusivamente con composizioni floreali, mentre alle spalle dei concorrenti l’unico elemento grafico presente risulta la scritta “RAI”.

Con gli anni ’60, invece, inizia un tripudio di forme e colori. Nel ’64 viene introdotta per la prima volta la temuta scala, che si rivelerà uno degli elementi scenografici chiave all’interno delle ritualità del Festival. Iconico e indimenticabile, però, è l’allestimento del ’67, che incornicia i cantanti in gara su uno sfondo fatto di fondali traforati e colorati con tinte pop

Il 1977 coincide con l’avvento delle immagini a colori e con la prima edizione del Festival svolta sul palco del Teatro Ariston. Per l’occasione, gli scenografi Roberto Anelli-Monti e Rino Ceriolo puntano tutto sull’energia dei colori e sul contrasto cromatico, proponendo una scenografia destinata a rimanere nella memoria di molti telespettatori.

Arrivano poi gli anni ’80 e, con loro, quell’immaginario distopico e futuristico che si fonde con il mondo della notte e dell’informatica. Ciò si riversa anche sul palco dell’Ariston dove nel ‘85 Luigi Dell’Aglio accosta a una sinuosa scala bianca il fascino dei neon blu, elementi luminosi che disegnano il reticolato geometrico di un tunnel dal sapore spaziale.

Nel 1987, invece, si assiste all’esordio dello storico scenografo del Festival di Sanremo Gaetano Castelli. Sotto gli influssi del postmoderno, l’aspetto del palco non si contiene più entro alcun limite e le scale cinetiche occupano il palco stesso rendendolo mutevole e adattabile alle varie esibizioni. A fare da protagonista, però, è l’uso totalizzante delle luci che catturano l’attenzione di chi sta dall’altra parte dello schermo.

Indimenticabile è anche la scenografia che accompagna l’edizione del 1994 sempre a firma di Gaetano Castelli. Il motivo “a mazzo di fiori” che fa da sfondo al palco è emblematico di un ritorno al gusto Art Déco che si registra per tutti gli anni ’90.

È poi con il nuovo millennio che la tecnologia invade l’Ariston: gli schermi offrono inedite possibilità per ideare gli allestimenti e sempre più effetti vengono introdotti per aumentare lo spettacolo. Da ricordare è il Festival del 2006 a cura dello scenografo Dante Ferretti.

Oggi l’arte dell’immagine del palco non conosce limiti. Gaetano Castelli, che ha all’attivo 21 scenografie, è stato l’autore, insieme alla figlia Maria Chiara Castelli, anche dell’allestimento che vedremo per questo 2023 in cui un’enorme cupola luminosa sovrasta le teste di cantanti, ospiti e musicisti.