Le reference delle copertine degli album rap

Come sappiamo, l’hip hop ama riprendere vari elementi di diverse culture, come quella pop, quella cinematografica o artistica. È giusto quindi soffermarsi sull’effetto visivo che vari artisti hanno scelto di dare ai propri album (e non solo), riprendendo immagini simbolo delle culture già citate.

Nel caso del cinema, abbiamo in Italia esempi cardine come “Persona” di Marracash, che riprende l’omonimo film di Bergman, oppure “Vero” di Guè, che riprende l’iconica scena del film “Malena” di Tornatore. Ma non solo, bisogna citare anche l’iconico caso di “Lil Uzi Vert vs. The World”, che ha ripreso sia con il titolo che con la copertina il film “Scott Pilgrim vs. The World”, a sua volta edizione cinematografica del fumetto “Scott Pilgrim”.

Come detto, anche l’arte è una grossa fonte d’ispirazione per l’hip hop. Dal “Vortice degli amanti” di William Blake per la copertina di “La Divina Commedia” di Tedua al dipinto di Caravaggio “Davide con la testa di Golia” usato per la copertina di “Pray For Paris” di Westside Gunn, passando per “Flop” di Salmo, che è una chiara citazione a “L’angelo caduto” di Cabanel. Come abbiamo già detto, è l’effetto visivo a rappresentare gli album. Probabilmente perché agli artisti hanno trasmesso le stesse sensazioni provate nella registrazione, o anche per l’iconicità: è il caso delle fotografie. I fan del rap italiano non possono non ricordarsi “Quello Che Vi Consiglio 4” di Gemitaiz, che riprende la fotografia “V-J Day in Times Square” di Alfred Eisenstaedt. Sempre Gemitaiz, nel singolo “Tanta Roba Anthem”, ha utilizzato lo scatto fatto a OJ Simpson mentre scappava da diverse macchine della polizia. Se si parla di iconicità delle fotografie, non si può poi non citare “SOS” di SZA, album del 2022 che riprende una storica foto di Lady Diana.

Non possiamo dimenticare anche “Jeffery” di Young Thug, che ha voluto a tutti i costi utilizzare un vestito scoperto a una sfilata per rappresentare forse l’album più importante della sua carriera.

Concludiamo con due casi particolari. Diversi tra loro, ma anche molto simili. Si tratta di “Whole Lotta Red” di Playboi Carti, che riprende una copertina della rivista “Slash” (famosa rivista Punk) e “68” di Ernia, che riprende invece una copertina di Vogue.