Quando gli artisti internazionali vengono in Italia per esibirsi davanti a un pubblico di 3000 persone, sembra spesso che facciano il minimo indispensabile: salgono sul palco per poi scappare via. Con Lil Yachty non è stato così.
Era il gennaio dello scorso anno quando l’artista metteva sottosopra il panorama hip hop, reinventandosi e pubblicando un album lontano dalle origini trap, radicato nel soul, nella psichedelia black e nell’indie rock, prendendo “The Dark Side of the Moon” dei Pink Floyd come principale riferimento.
Una deviazione stilistica inaspettata, presentata ieri sera nella sua totalità al Fabrique di Milano, in uno show in cui i fan del nuovo e del vecchio Yachty sono stati equamente accontentati.
I circa 90 minuti di live sono stati un viaggio suddiviso in tre atti. Il primo e l’ultimo accompagnato da una band di musicisti – quattro strumentisti e due coriste, a cui Yachty ha lasciato per qualche tratto non irrilevante anche l’intero palco – e incentrati sulle canzoni di “Let’s Start Here”. Sono queste le parti migliori del concerto, forse perché più inaspettate, arricchite da chitarre acustiche e assoli vocali. Quello centrale, invece, pensato per accontentare i fan di vecchia data e composto da una sana dose dei suoi classici banger – da “Coffin” a “Broccoli”, passando per “Minnesota” e “Yacht Club”, preceduta da un minuto di silenzio per l’amico Juice WRLD. Laser abbaglianti e luci stroboscopiche hanno illuminato il palco alle sue spalle per tutta la durata dello show.
Il risultato è stato un live completo, innovativo, efficace, che ci ha colpito per le sue sfaccettature e per l’attenzione ai dettagli che poche volte viene posta in date con un pubblico così ristretto. Il mancato sold out – che suggerisce che forse non tutto il pubblico italiano ha capito fino in fondo la sua evoluzione – è stato compensato dai presenti, di età parecchio eterogenea, con una chiassosa dimostrazione di energia prima e di curiosa attenzione poi. Un concerto che, oltre a testimoniare la versatilità e il talento di Yachty, porta con sé una considerevole innovazione nei concerti hip hop, che ci auguriamo possa essere presto seguita anche da altri.