L’inarrestabile ascesa di BigXthaPlug

Dallas in questi giorni ha pianto per l’addio di Luka Dončić. La trade che ha sconvolto la NBA ha privato i texani di quello che ormai consideravano a tutti gli effetti un figlio, l’uomo in cui riporre le speranze per un futuro glorioso. Se nel basket, quindi, la città vive un momento di smarrimento, nel rap, però, pare aver finalmente trovato un nome capace di riportarla sulla mappa ai livelli più alti

Quando si parla della tradizione texana nell’hip hop, il polo di riferimento è sempre stato Houston. Dallas ha sfornato esponenti del calibro di D.O.C. e Erykah Badu, ma un nome caldo come BigXthaPlug mancava da tanto tempo (a meno di non considerare rap Post Malone).

L’ascesa del rapper classe ’98 negli ultimi anni è stata incessante. A fine 2023 è entrato per la prima volta nella Hot 100 di Billboard con il singolo Mmhmm e qualche mese dopo, a giugno 2024, XXL Magazine lo ha inserito nel tradizionale numero che dedica ogni anno ai freshmen della scena rap (una delle tradizioni più consolidate del giornalismo hip hop, che ci ha regalato diverse copertine storiche). Quando a ottobre ha pubblicato il suo secondo progetto ufficiale, Take Care, chiunque avesse iniziato ad ascoltarlo si aspettava che fosse l’album della consacrazione e in effetto così è stato. BigXthaPlug, la cui X deriva dal suo nome di battesimo, Xavier, non ha deluso: Take Care è stata una delle uscite migliori del 2024 e a fine gennaio è arrivata anche la versione deluxe. L’approvazione è stata pressoché unanime e in un genere polarizzante come l’hip hop non è scontato. Ma cos’è che rende il rapper di Dallas speciale?

BigXthaPlug, innanzitutto, è una penna puntuale come un orologio svizzero nel mettere in fila le rime: è la prima cosa che nota chiunque, la cadenza con cui scrive le sue barre. Scegliere sempre un determinato tipo di metrica a lungo andare può risultare pesante – e vedremo come vorrà evolversi nei prossimi anni – ma è una formula con cui BigX, per ora, ha trovato il modo di farsi riconoscere e parlare al suo pubblico. Una cura nella costruzione delle rime che ha emendato in carcere, dove è finito più di una volta, la prima nel 2019 perché il suo business era rapinare gli spacciatori, un po’ come Omar Little di The Wire. BigX ha raccontato di aver sofferto i giorni di detenzione, dove ha vissuto anche l’isolamento. Ha confessato persino di essere finito a contare i mattoni sul muro. Così, per la sua sanità mentale, ha iniziato a scrivere sempre di più, utilizzando come quaderno i moduli per i certificati medici rilasciati dal penitenziario. «Mi ha aiutato nella scelta delle parole, a pensare prima di scrivere. Scrivo, correggo, rileggo, come ti dicevano di fare a scuola», ha detto in un’intervista al sito del giornalista Jeff Weiss.

La carriera di BigX era iniziata già da adolescente e nel 2020 aveva anche rilasciato un primo EP, Bacc from the dead: un progetto che conteneva in nuce ciò che avremmo visto negli anni successivi, non tanto a livello sonoro quanto per la sua consistenza nelle rime, impreziosita da una copertina raffigurante Saddam Hussein (i riferimenti al fondamentalismo islamico non sono una novità nell’hip hop americano e nel caso dell’mc di Dallas erano una parte considerevole del suo immaginario, visto che il suo socio più stretto si chiama Rosama, i due hanno registrato un pezzo di nome Taliban freestyle, dove alla fine mostrano di aver sparato a un ratto di notevoli dimensioni, e BigX stesso si riferisce alla sua cerchia come “Taliban Gang”).

Col tempo, l’abilità al microfono gli aveva permesso di vincere vari contest con cui aveva potuto aggiudicarsi le riprese gratuite di alcuni videoclip. È così che, release dopo release, è arrivato prima a conquistare Dallas e poi a valicare le frontiere del Texas. L’anno decisivo è stato il 2022, quando è finito in carcere per l’ultima volta. La classica storia di redenzione, dove il ritorno alla libertà coincide con la scelta di dedicarsi a tempo pieno alla musica. BigX si mantiene costante e inizia a raccogliere i primi risultati, con una delivery inconfondibile. 

E così, dopo aver guadagnato consensi con pezzi strettamente hip hop, a novembre se ne esce con un singolo con sonorità da Far West, con tanto di banjo e videoclip con tutti gli stereotipi sul Texas, dai cavalli al cappello da cowboy. È un pezzo diverso da tutti quelli che aveva pubblicato, più scanzonato e musicale. A qualche fan della prima ora avrà fatto storcere il naso, ma funziona alla grande, e su YouTube oggi conta quasi 60 milioni di visualizzazioni. È il pezzo che ne certifica l’esplosione. E poi, non sarà di certo la canzone da far ascoltare a un novizio di BigX, ma è pur sempre un tributo alla tradizione hip hop della quale è figlio, quella del Texas appunto, dove non può mancare un omaggio a numi tutelari come Z-Ro e il compianto Pimp C o la rivendicazione di uno slang che poi è diventato famoso in tutto il mondo: «Used to think Pimp C was a god before he went to Heaven / I knew what pushin’ P was before Gunna even said it».

È anche questo il segreto di BigX, mantenere un gusto musicale contemporaneo ma senza perdere mai le proprie radici – è la madre, nativa di Houston, ad avergli trasmesso l’amore per Pimp C. È evidente nelle rime ma anche nel gusto musicale. Climate, pezzo in collaborazione con Offset del suo EP del 2023 The Biggest, ad esempio, riprende la base di un caposaldo del southern rap come Sippin on some syrup, classico dei Three 6 Mafia in collaborazione con Project Pat e gli UGK (sempre per tornare a Pimp C).

BigX, poi, col tempo ha sviluppato una predilezione particolare per i campioni. Di solito i suoi pezzi iniziano con un trancio originale del sample che poi si trasforma nella base, con gli hi-hat, il rullante e tutto il resto: se siete amanti delle strumentali che non nascondono troppo i sample, è un dettaglio che sicuramente apprezzerete. BigX ha spaziato dai tradizionali campioni soul a classici della disco come The beat goes on dei The Whispers. 

È con questa formula che è arrivato a pubblicare il suo primo album, Amar, chiamato col nome di suo figlio anche per il rimorso di non aver potuto festeggiare con lui il suo primo compleanno, visto che si trovava in carcere. 

Ed è con questa stessa formula che ha costruito Take Care, dove al fidatissimo Tony Coles nelle produzioni ha affiancato Bandplay, storico producer di Young Dolph. Se fino ad Amar Big X, sulla falsariga di ciò che aveva pubblicato fino a quel momento, aveva parlato del suo passato, di rapine, di spaccio, di armi, con il nuovo album il rapper di Dallas, al racconto della strada, ha voluto aggiungere le impressioni sulla sua nuova vita, di chi finalmente è riuscito a sfondare. Ma è riuscito anche a rivelare il suo lato più introspettivo, come quando in Therapy Session parla delle perplessità della sua famiglia sulle sue ambizioni da rapper, dei problemi col fratello o del rimorso per non passare il tempo che vorrebbe con i suoi figli.

Insomma, sia che vi reputiate degli ascoltatori più tradizionali, sia che vi lasciate affascinare dalle novità, BigX dovrebbe incontrare il vostro gusto, fresco ma ortodosso. Certo, in una recente intervista ha detto che in futuro non gli dispiacerebbe cimentarsi in qualcosa di più vicino al country: la speranza è che quel giorno rimanga lontano.