Negli ultimi mesi NFT e metaverso hanno invaso prepotentemente il nostro quotidiano: utenti e aziende non parlano d’altro ed è di ieri mattina la notizia che Mark Zuckerberg vuole portare i Non-fungible Token anche su Instagram. Non si è capito bene come.
Eppure basta fare una breve indagine tra le ricerche di Google per rendersi conto che l’interesse degli utenti sta già scemando, causa forse anche la saturazione e l’insistenza con cui si continua a proporre il tema.
Per quanto riguarda il metaverso, le ricerche sono letteralmente esplose da un giorno all’altro quando Facebook ha annunciato il cambiamento del proprio nome in Meta; da allora, effettivamente, l’idea di un mondo parallelo si è dimostrata sempre più allettante, ma una volta capite le sconfinate possibilità e l’altrettanta difficoltà di realizzazione, le persone hanno iniziato a stufarsi. Anche perché ad oggi, il metaverso è tutto e niente. C’è da dire che confrontando i dati tra Italia e Stati Uniti, il nostro paese sembra non aver ancora mollato la presa (ma conoscendoci presto seguiremo l’America).
Per quanto riguarda gli NFT, invece, l’interesse non è arrivato al livello del metaverso, ma è costantemente aumentato nel tempo (soprattutto in USA) per poi arrivare anch’esso a diminuire a distanza di meno di un anno. In generale, la frequenza delle ricerche di termini come Ethereum o cryptovalute sono rimasti abbastanza stabili.
Nonostante il settore sia in continua crescita, le applicazioni che ad oggi gli vengono date sono frivole e non danno neanche giustizia alle potenzialità che NFT e metaverso hanno. Si tratta di un cavalcare l’onda che però, come ogni onda, torna poi a rimescolarsi nel mare di proposte che ci vengono fatte quotidianamente.