Poche squadre hanno l’impatto del Barcellona sul mercato globale. Anzi, nessuno. Da anni in testa a ogni classifica di marketing sportivo e dati social media, il Barça sta passando un periodo molto discutibile che potrebbe fare male alla propria immagine, intaccando fortemente i propri guadagni, come quelli di tutto il calcio spagnolo. Il motivo risiede in uno scandalo legato proprio ai social network. Pare che il Barça abbia pagato una compagnia per creare account fake con lo scopo di criticare chi ha contestato la società e, più precisamente, il presidente Josip Bartomeu.
Procediamo per gradi. Consapevoli che da anni ormai Barcellona e Real Madrid stanno in testa a ogni classifica di prestigio, appeal internazionale e impatto economico nel mondo sportivo, LaLiga sta cercando di capitalizzare. Il recente dominio del Liverpool infatti ha scalfito l’immagine di cavallo trainante del City di Guardiola, mentre l’assenza del Manchester United dalla Champions League ne ha intaccato notevolmente l’immagine.
Come detto, LaLiga sta cercando di riportare le navi in porto, provando a prendere alla Premier League il primato sul mercato americano. Dopo l’accordo stabilito nel 2018 con Relevant Sports, il campionato spagnolo ha da poco firmato altri contratti con FanWide e Verizon per attivazioni, campagne digital e ricerca di gruppi di persone con cui vedere le partite nei bar. Già da due anni, LaLiga sta cercando di organizzare partite di campionato in campo americano, come la NBA gioca una partita di regular season in Europa (Londra prima, Parigi poi). Questa iniziativa ha trovato forti opposizioni da parte della MLS e della FIFA che proprio in questi giorni sta discutendo la possibilità di bandire ogni partita di campionato al di fuori della nazione di appartenenza se non in casi eccezionali, come motivi di ordine pubblico o disastri naturali.
Il Barcellona potrebbe aver sofferto molto di questa mancata possibilità, perché la sua immagine internazionale sta subendo danni che mai aveva avuto in passato. Fresco di una sconfitta per 2-0 contro il Real Madrid, il Barça non solo ha perso la testa della classifica, ma è anche costretto a combattere le accuse secondo cui avrebbe pagato una società per creare finti account sui social media con lo scopo di difendere l’immagine del presidente Bartomeu e attaccare i suoi oppositori. Nel dettaglio parliamo di I3 Ventures, società che avrebbe ricevuto un milione di euro per attaccare online giocatori come Messi, Piqué e gli ex Guardiola, Xavi e Puyol.
L’accusa è gravissima non solo perché arriva in un momento delicato nel trattamento dei dati online, non solo perché porta ad attacchi verso le bandiere del club, alcuni dei giocatori più forti della storia del calcio, ma anche perché arriva a ridosso delle elezioni per la presidenza, programmate per il 2021, con Josip Maria Bartomeu ovviamente in corsa. Sia il Barcellona che I3 Ventures hanno commentato in merito, dichiarando di aver lavorato assieme, ma negano le accuse ricevute. Messi stesso ha dichiarato al giornale Mundo Deportivo:
Stanno succedendo cose strane al Barcellona. Mi sembra tutto molto strano, anche perché nessuno della società ha parlato con me.
Lionel Messi
Il che è ancora più strano considerando che le accuse al giocatore più importante della storia del club sono arrivate dopo che Abidal ha criticato i giocatori per il poco impegno sotto l’ormai ex allenatore Valverde, parole criticate a sua volta da Messi. I post degli account creati da I3 Ventures avrebbero denunciato anche la lentezza di Messi nel rinnovare il contratto con il Barça.
Le ripercussioni che questa situazione avrà sul Barcellona rischiano di essere enormi. L’intera vicenda ha già scatenato voci, per alcuni giornali spagnoli molto fondate, secondo le quali il futuro di Messi potrebbe essere lontano dalla Spagna. Ciò potrebbe far deragliare i piani precedentemente citati della Liga, che si troverebbe priva della combinata Messi-Ronaldo, il duo che per anni ha monopolizzato il calcio. Questa situazione potrebbe anche portare all’uscita di Bartomeu dalla corsa alla presidenza, con una conseguente leggera instabilità gestionale in società.
Tra i tweet e i commenti diffamatori creati a I3 Ventures ce ne sono anche diversi verso gli avversari di Bartomeu alla presidenza del club: Agusti Benedito, Victor Font e Jaume Roures. Quest’ultimo conosce bene le dinamiche dei social media, essendo a capo di Mediapro, gruppo di compagnie di comunicazione che in passato ha lavorato con il Barça. Roures ha già detto di voler querelare la società.
Nel 2018 Bryan Colangelo, President of Basketball Operations dei Philadelphia 76ers, diede le dimissioni per via dei suoi finti account twitter con cui, insieme alla moglie, criticava i giocatori e i membri dello staff. I tweet di Colangelo però erano un attacco di un individuo alla società stessa, la tecnica del Barcellona invece sarebbe ancora più dannosa in quanto si tratterebbe di un piano studiato da una multinazionale contro i propri dipendenti (i giocatori) e consumatori (i tifosi) in una situazione di tutti contro tutti in cui atleti, dirigenza, allenatore, fan e sponsor entrano in conflitto.
Nel 2019 il Barcellona è stato il club con il maggior numero di interazioni social: oltre 1.4 miliardi di interazioni su tutte le piattaforme, il 20% in più rispetto all’anno precedente, secondo il report di Global Football Digital Benchmark. Al momento il Barça rischia grosso, perché sta letteralmente dividendo il suo pubblico in due: chi si fida e chi si sente insultato, preso in giro. Non una bella situazione per la squadra con il bacino di utenza più grande del mondo (oltre 260 milioni di followers) e con decine di accordi commerciali basati solo sulle attivazioni digitali.
Nonostante la società e I3 Ventures abbiano negato tutto, l’accordo tra le due parti è stato rescisso, così come è stato sospeso anche il consigliere di Bartomeu, Jaume Masferrer. La vicenda è in continuo sviluppo, motivo per cui seguiranno aggiornamenti su come il Barcellona reagirà nel tentativo di mantenere una buona reputazione con i tifosi, con i propri calciatori e con gli sponsor, con l’obiettivo di mantenere il primo posto nella Deloitte Money League, classifica che domina essendo diventato il primo club a superare i 900 milioni di dollari di fatturato nel 2019.