Luciano Pavarotti: il “Maestro” dello stile

Non c’è bisogno di essere un fan dell’opera per sapere chi è Luciano Pavarotti e che cosa ha fatto nella sua vita. Oggi, a 15 anni dalla sua scomparsa, ricordiamo il tenore più celebrato e famoso al mondo che è riuscito a guadagnare infiniti titoli ed encomi: sei Grammy Awards, di cui un Grammy Legend Award, nonché le più alte onorificenze della Repubblica Italiana. Motivo di vanto italiano oltreoceano, il “Maestro” occupa dallo scorso mese un posto sul marciapiede dell’Hollywood Boulevard: il suo nome è ormai scolpito sulla iconica Walk of Fame e vanta addirittura uno spazio a lui dedicato al Grammy Museum.

Che apprezziate o meno lo stile musicale in questione, Luciano Pavarotti avrà sempre una voce memorabile che ha dato modo di far conoscere l’opera del Belpaese in tutto il mondo. Ma oggi lo ricordiamo come artista sia sul palco che nella vita di tutti i giorni

Si è esibito in ogni paese, di fronte a folle sempre più enormi, e ha usato la sua voce anche per impegnarsi socialmente: dalla raccolta fondi per la guerra in Bosnia alla campagna per vietare le mine antiuomo insieme alla principessa Diana. I suoi contributi di beneficenza alla fine gli valsero il Premio della Croce Rossa per i servizi all’umanità.

È difficile descrivere attraverso un unico articolo un uomo davvero singolare che non ha mai avuto paura di perseguire le sue passioni. Con una personalità più grande della sua carriera, i suoi contributi al mondo vanno ben oltre la sua musica. Se privatamente era conosciuto come un amorevole padre di famiglia, pubblicamente è sempre stato un cantante appariscente, seppur esibendosi in un contesto spesso formale come quello dell’opera.

A teatro era noto per i suoi abiti in bianco e nero, i completi perfetti o i costumi stravaganti delle produzioni teatrali, ma fuori era il Luciano che sfoggiava camicie hawaiane, foulard e cappelli da cowboy. La Fondazione Luciano Pavarotti ha dato vita in Italia alla sua Casa Museo in un ambiente bucolico fuori dalla sua casa d’infanzia di Modena. Sebbene sia diventato una delle persone più famose al mondo che ha viaggiato ovunque, era ancora un ragazzo che aveva la sua città natale nel cuore. 

I visitatori hanno la possibilità di immergersi nella sua cabina armadio e di ripercorrere la carriera dell’artista attraverso i suoi abiti: dal fazzoletto che ha sempre stretto in mano durante le esibizioni ai costumi dei suoi ruoli chiave, dagli onnipresenti cappelli Panama alle sciarpe Hermès.

Il tenore ha vissuto una vita esuberante e appassionata come i ruoli che ha portato in vita sul palcoscenico. La sua voce era piena di colori intensi, le sue interpretazioni drammatiche cariche di significato elevato – e, in effetti, tale era la sua vita.

Nel 1975, anno in cui compie 40 anni, acquista una casa vacanze sul mare Adriatico: Villa Giulia, una scelta inusuale per qualsiasi facoltosa superstar, essendo questa una vecchia casa contadina vicino alla piccola città di Pesaro, ma è qui che trascorse le estati in abiti casual godendosi la vita familiare appartata. Dipingeva, sfrecciava sul suo scooter Yamaha con sua moglie Adua, oppure giocava in piscina con le figlie e cantava accompagnato dal pianoforte.

Ma come tutti gli artisti che hanno creato un’immagine ben precisa, ha sempre incarnato completamente e senza paura il suo look. Lo stile inflessibile sfoggiato sul palco come “Pavarotti” non ha mai condizionato l’abbigliamento sincero e libero di “Luciano”. Il tenore più grande al mondo era solito mostrarsi con un fazzoletto bianco sul palco, ma la sua vasta collezione di camicie hawaiane sgargianti divennero la sua uniforme fuori servizio quando girava intorno alla sua villa sul Mare Adriatico.

Sempre nella sua casa estiva sono state scattate le foto iconiche di Gérald Bruneau e, come ci si aspetterebbe, il mondo non ne ha mai abbastanza delle pose eccentriche di Pavarotti.

Pavarotti era noto anche per il suo amore per le sciarpe di seta e i cappelli. I suoi foulard Hermès, quasi opere d’arte, dovevano essere rigorosamente caratterizzati da colori vivaci. Il tenore li indossava in modo disinvolto, come se volesse dare un tocco di colore alla sua vita fuori dal palco. E i suoi cappelli, sia che si trattasse di un diportista di paglia con una fascia nera del 19° secolo, di un fedora a tesa larga nello stile del 1940 o di un basco, venivano indossati con disinvoltura e gli si adattavano alla perfezione.

Pensate che nel 1990, quando si trovava a Firenze per registrare “Il Trovatore” di Verdi, il tenore perse la sua sciarpa di seta rossa preferita, usata per mantenere il collo caldo quando non cantava sul palco, e decise di fare appello alla stampa locale dichiarando: “chi trova la mia sciarpa la porti al Teatro Comunale”. 

Nel 1995, invece, lo vediamo ritratto indossando un basco rosso e un Hermès Carré durante uno spettacolo a Modena mentre parla con Lady D.

Prendendo ispirazione dai fazzoletti commemorativi delle imprese di Napoleone, ma anche dai fazzoletti didattici indossati dai soldati durante la prima guerra mondiale e aggiungendo l’estetica dell’universo equestre, non era difficile ammirare il Maestro nelle vesti da cowboy mentre dava vita alla sua passione per l’equitazione. 

Un altro fatto poco noto è che Pavarotti amava dipingere e molti dei suoi quadri sono esposti nella sua Casa Museo. Fiori e panorama costieri, come il villaggio di pescatori di Portofino sulla Riviera italiana, erano i soggetti preferiti per i suoi caratteristici dipinti di arte popolare, che trasudavano la sua gioia di vivere. La passione del Maestro per la pittura iniziò negli anni ’90 quando, dopo una performance teatrale, colto da un bizzarro raptus, ne divenne ossessionato. La sua firma da artista sulla tela era LUPA, dalle iniziali del nome e del cognome.

Non solo. Il libro intitolato “Alla Luciano“ è una raccolta delle ricette che Pavarotti stesso usava per preparare i suoi piatti preferiti. Anche la gastronomia è stata una delle sue grandi passioni, così come le automobili, che hanno sempre avuto un posto speciale nel suo cuore. A cavallo degli anni ’80, Pavarotti è stato tra i personaggi illustri che scelsero la Maserati Quattroporte III, sono celebri gli scatti che lo ritraggono a bordo della sua auto davanti al Teatro alla Scala di Milano.

Se quindi il suo gioco di smoking era la personificazione dell’eleganza, il suo guardaroba casual era ugualmente di buon gusto. Sbirciando attraverso gli archivi riusciamo a rintracciare un uomo a cui piaceva divertisti con l’abbigliamento: stile campagnolo, arabeggiante, camicie a quadri, Barbour o mule, il maestro non disdegnava neppure ciabatte e calzini. E se questo stile poteva sfoggiarlo in sella al suo scooter era ancora meglio.

Varie copertine tra cui Opera NewsTimeNewsweek e Le Monde de la Musique lo descrivevano con epiteti tra cui il “Principe dei tenori” e il “Tenore d’oro dell’Opera”. Pavarotti veniva e viene visto come uno dei più grandi cantanti dell’era moderna. La sua voce profonda ha toccato i cuori di tanti e la sua generosità non ha conosciuto limiti: artista sul palco e nella vita, è da considerare un’icona culturale internazionale con una personalità “larger than life”.