L’ombra delle 17.15. Intervista ad Alberto Panocchi di Slam Jam

La release di oggi è firmata Outpump. Nessuna sneakers in arrivo nè collaborazioni da annunciare, bensì la pubblicazione dell’interessante chiacchierata che abbiamo fatto pochi giorni fa con una delle colonne portanti di Slam Jam, Alberto Panocchi.

 

Chi è Alberto Panocchi e qual è il suo ruolo da Slam Jam?

Alberto Panocchi è un ragazzo che si è trasferito a Milano per lavoro circa 5 anni fa.
Inizialmente lavoravo da Frav, un negozio di abbigliamento in Corso di Porta Ticinese e da subito mi sono integrato molto bene in città. Poi, una sera di quasi 3 anni fa ho conosciuto i ragazzi di Slam Jam e dopo vari incontri e colloqui nei quali ho presentato diversi miei progetti, ho cominciato a lavorare per loro. Ho iniziato come Store Manager in occasione della riapertura dello store ai Navigli che, nonostante fosse una piccola vetrina in una grande città, ha portato alla creazione di una grossa ed importante realtà che ha reso possibile l’apertura di questo nuovo grande store in via Lanza.  Attualmente sono buyer, social media manager e pr di Slam Jam.

Siete stati coraggiosi, 3 anni fa, ad aprire in via Paoli di fronte ad Inner ed accanto ad Antonioli, store importantissimi di Milano.

Sì, eravamo a fianco di Antonioli ma secondo la mia filosofia più che uno svantaggio è stato un vantaggio: abbiamo due stili molto diversi e per il mio modo di vedere questa vicinanza è servita per creare aggregazione. Mi spiego, le persone venivano per Antonioli e una volta lì vedevano anche Slam Jam; ma è successo anche il contrario, c’è chi veniva per vedere Slam Jam e poi andava da Antonioli.

Sappiamo quanto sia grande l’influenza di Slam Jam nel resto del mondo anche grazie a collaborazioni di rilievo come la recente capsule collection con Carhartt e la adidas Gazelle in partnership con United Arrows per il progetto Sneaker Exchange. Ci sono altri progetti in cantiere?

Sì, ci sono altri progetti, sia nell’ambito delle collaborazioni sneakers sia in un contesto un po’ più fashion/apparel che a breve vedrete. Poi ci sarà l’inaugurazione di uno show room, uno spazio di 1000 mq che useremo come show room per i nostri brands in distribuzione a livello mondiale ma anche come area per gli eventi, come galleria d’arte, insomma uno spazio polivalente a Milano.

Nel mondo della moda sappiamo quanto siano importanti le tendenze, alimentate soprattutto da persone di rilievo e influencer. C’è qualche personaggio che segui spesso o da cui trai ispirazione per i tuoi outfits?

Non ho un personaggio che seguo assiduamente. Vedo come si svolgono le tendenze e da lì traggo le mie conclusioni. Penso di avere il mio stile, la mia personalità e cerco di fare il mio meglio per avere la mia identità pur non mettendo la scarpa più aggiornata o il pezzo più hype del momento. Mi piace moltissimo prendere alcuni pezzi vintage e mixarli con qualche capo nuovo oppure, visto che mio nonno era sarto, a volte esce dall’armadio qualche pantalone sartoriale che prontamente mixo con una sneaker. Per quanto riguarda gli influencer, inizialmente ci sono stati dei pionieri in questo ambito che si sono inventati questo lavoro qualche anno fa ma ora che i social sono alla portata di tutti. Lo vedo come un cambiamento e come tale serve per sviluppare altre cose che ancora dobbiamo scoprire.

Mi hai parlato di hype, questo fenomeno ha cambiato il vostro modo di lavorare?

Essendo buyer mi rendo conto che ha una forte influenza anche su alcuni brands che compriamo. Ora, infatti, guardiamo anche marchi un po’ più giovani che si sono formati grazie a questo fenomeno.

Quali sono i brands che indossi di più? C’è qualche marchio che ci consigli di tenere sott’occhio?

Indosso spessissimo Nike perché penso sia un po’ come una fede calcistica. Poi ho un po’ di pezzi di Undercover, moltissimo vintage, qualcosa di Raf Simons, qualche capo di Visvim e moltissimo Levis. Non ho Vetements perché non mi è piaciuto da subito, secondo me è già molto sceso rispetto agli altri brands. Penso siano state molto belle le prime felpe, carina l’idea ma sicuramente overprice.
Consiglio di tenere sott’occhio il brand giapponese Needles che è stato il primo a realizzare i pantaloni con la banda da cui hanno preso ispirazione marchi come Gucci e Stüssy. Crea anche cappottoni con tessuti pregiati giapponesi e usa moltissime patchworks, credo sia un brand con una forte personalità. Poi non posso non citare A-COLD-WALL* che mi piace tantissimo, soprattutto perché i suoi sono quasi tutti dei pezzi unici in quanto lui è più un artista che un designer. Ama personalizzare le sue cose e mi ci rispecchio molto, anche io ho alcune giacche che ho personalizzato.

Hai citato moltissimi brands giapponesi, non sarà un caso…

Il Giappone rimane sempre un po’ nell’ombra, attualmente tutta la moda è in mano a personaggi di colore, americani, rapper ecc… Però il Giappone c’è sempre, tutti questi personaggi della moda occidentale vanno a far ricerca nel paese del Sol levante, tutte le tendenze e ispirazioni arrivano proprio da lì per poi essere reinterpretate e modificate. I giapponesi continuano a vederci come una fonte di ispirazione ma anche loro ne sanno molto, hanno una mentalità completamente differente dalla nostra che gli permette di differenziarsi nella scelta di un tessuto o di una vestibilità, è un’altra visione del mondo che penso sia molto interessante.

Sono moltissime le sneakers uscite nell’ultimo anno. Qual è quella che ti ha colpito di più?

Mi è piaciuta molto tutta la collaborazione “The Ten” di Nike x OFF-WHITE. Penso che Virgil Abloh sia un visionario, credo che abbia fatto un grandissimo lavoro e secondo me sta interpretando il discorso della “customizzazione” che per me sarà il futuro. Sono assolutamente un sostenitore. Inoltre, Virgil è riuscito a superare Kanye West pur venendo dalla sua stessa scuola (era prima assistente, poi stylist di West), e questo fatto me lo fa apprezzare ancora di più.

Oltre al tuo lavoro, sappiamo che stai portando avanti questi due progetti: Calcetto Eleganza e Progettombra. Raccontaceli.

Calcetto eleganza è nato dalla mia passione per il calcio. Quando coi miei amici si andava a giocare eravamo tutti vestiti per bene, e da lì è nato il nome con lo slogan “Non per sport ma per moda”. Ci siamo comprati le prime maglie Nike, le abbiamo brandizzate, abbiamo fatto il logo e ed ora adidas ha messo gli occhi su questo progetto investendoci un minimo. Inoltre, saremo partner in occasione dell’opening del nuovo store adidas di Milano e faremo un torneo insieme a altre squadre di Milano come NSS Sport, Calciatori Brutti e Gli Autogol, queste ultime due sono pagine seguitissime su Facebook. Insomma è un progetto che sta dando tante soddisfazioni e che nel futuro magari potrà diventare anche un brand, a breve ci sarà una collaborazione.

Progetto ombra è nato da un gioco di ombre, in cui immortalo l’outfit o la release del giorno interpretata da questo fascio di luce che nasconde tutto il resto e mette in evidenza la scarpa o il pantalone. E’ un po’ un vedersi dentro, ma è un progetto soprattutto fotografico.

 

Da dove prendi quest’ombra?

È sempre la stessa che si crea qui all’interno dello store esattamente alle 17:15. Il problema è che adesso il sole girerà e quindi non ci sarà più questo gioco di luci in negozio, così sto pensando a come far evolvere questo progetto in futuro.

https://www.instagram.com/p/BZTz1YsjyZI/?taken-by=progettombra

Di recente Highsnobiety ha rilasciato un articolo in cui parlava di come i profili specializzati in leaks distruggano l’effetto a sorpresa che le aziende tentano di creare prima del rilascio di una collezione o di una sneaker. Cosa ne pensi?

Con l’avvento dei social in maniera così forte si è tolta un po’ la poesia, il fascino o la curiosità che sta dietro a una release. Credo ci siano i pro e i contro. Io sono sia un venditore ma anche un compratore, perciò non riesco a schierarmi nettamente da una parte o dall’altra. Se penso da venditore, il pro è che riesci a calcolare già i flussi di persone che compreranno quel determinato prodotto, riesci a monitorare meglio la situazione. Invece da compratore, personalmente la vedo come una cosa a sfavore poiché il leak fa perdere quella magia che c’era anni fa.