E’ sulla bocca di tutti: Virgil Abloh sarà il nuovo direttore creativo della linea uomo di Louis Vuitton. Il giovane 37enne, figlio di immigrati ghanesi rimarrà nella storia per essere stato il primo direttore creativo afroamericano del brand di lusso.
Una scelta del tutto inaspettata, una scossa nel mondo della moda che ha scatenato gli immancabili nasi storti; ma si sa, le novità spaventano tutti. A detta di molti, questa decisione segnerebbe un’importante vittoria del Marketing Hype sopra il design.
Virgil non ha alle spalle studi da stilista infatti; si è laureato in ingegneria conseguendo poi un master in architettura.
Nel mondo della moda viene definito non un fashion designer bensì un creatore di immagini, egli mescola e rimescola stili a volte limitandosi solo a stampare su abiti ed accessori caratteri in maiuscolo e simboli che lo contraddistinguono. Ma il vero successo di Abloh si sa, è dato da fattori che vanno oltre le sue conoscenze nel campo della moda: il suo personaggio è tremendamente cool, è dotato di un’innata abilità nel creare articoli di tendenza e può contare sul supporto dei social media e di celebrità di alto calibro per alimentare l’hype delle sue creazioni.
A questo punto la domanda ci viene spontanea, cosa c’entra una personalità all’avanguardia con un background così moderno come Abloh con la storica casa di moda Louis Vuitton?
Se ci pensiamo bene la scelta non è poi così assurda: LV ha sempre preferito soddisfare la domanda della nuova classe ricca emergente e non quella dei vecchi aristocratici con la puzza sotto il naso. Puntare su un pubblico più giovanile e moderno potrebbe rinverdire il brand e far schizzare il fatturato verso l’alto (pensate alla collaborazione con Supreme).
C’è da dire inoltre che in un mondo in cui il dio denaro governa ogni cosa, cinicamente parlando, tale scelta non può che essere la più azzeccata: Virgil Abloh non è solo un nome anagrafico ma un vero e proprio marchio e il suo personaggio è una macchina da soldi.
Virgil non avrà alcuna difficoltà a mettere mano sulla linea maschile che alla fine non è poi così varia e lo stile è abbastanza omogeneo; per questo il branding conta sempre di più in quella che è la moderna e naturale evoluzione della moda.
Ammettiamolo, per quanto la moda dovrebbe essere concepita come un’ industria creativa, a fine anno tutti devono far tornare i conti dei propri bilanci; ed è per tale motivo che non assolve più tanta importanza il talento e la creatività, quanto la capacità nel creare denaro.