Ma la scrollbar si usa davvero?

Da sempre relegata ai margini dello schermo, la scrollbar ha vissuto l’evolversi dei sistemi operativi, la nascita di nuovi dispositivi digitali e persino la dilagante diffusione delle sue peggiori nemiche, le gestures. Il tutto senza mai scomparire definitivamente dalle luminose griglie di pixel, dove continua ad evolversi nonostante la sua utilità sia andata pian piano svanendo: dopotutto, chi è che la usa davvero?

La scrollbar è stata una delle primissime risposte ai problemi di navigazione emersi con l’introduzione dei monitor a supporto dei computer. File e pagine web, infatti, sono generalmente di dimensioni maggiori rispetto a quelle degli schermi sui quali sono visualizzate e per questo è necessario disporre di uno strumento che ne consenta lo scorrimento. Nasce così una sottile barra con la quale interagire, composta da una coppia di frecce da cliccare e un piccolo rettangolo trascinabile al cui movimento corrisponde la traslazione dei contenuti sullo schermo.

Una soluzione immediata e semplice, possiamo affermare oggi, ma che non subito risultò efficace ed intuitiva come dimostra la scrollbar del 1981 di Xerox Star che, oltre ad introdurre il movimento – ancora oggi in uso – della barra opposto a quello del contenuto, presentava le frecce orientate in maniera controintuitiva rispetto al loro funzionamento effettivo. Con il passare degli anni, poi, nuove versioni di scrollbar hanno fatto il loro corso caratterizzando i sistemi operativi più noti con nuove soluzioni grafiche, come colore (Windows 1.01), forme (Windows 95), e disposizione degli elementi (Mac OS 8).

Da tool indispensabile per muovere lo spazio digitale, tuttavia, la scrollbar è presto diventata un’alternativa all’utilizzo di uno strumento molto più a portata di mano, il tasto centrale del mouse a forma di rotella che, comparso nel corso degli anni ’90, ne ha ridotto notevolmente l’utilizzo, tanto da spingere gli sviluppatori ad optare per soluzioni a scomparsa.

Infine le gestures, perfette su trackpad e schermi touch per rompere le barriere della navigazione e farci dimenticare definitivamente della scrollbar, un artefatto digitale che già qualcuno, come Sébastien Matos in un sito dedicato, inizia a storicizzare guardando al passato.