Il calcio sta diventando sempre più una parte importante del mondo fashion. Sempre più brand stanno prendendo a piene mani dallo sport più seguito al mondo per aggiungere ispirazioni alle proprie creazioni, come ad esempio le jersey di Balenciaga, la sartorialità streetwear di KidSuper o l’arrivo alla stipulazioni di collaborazioni come quella tra Palace e Juventus o la presunta partnership tra Palm Angels e l’Inter.
Questa ritrovata passione per il calcio deriva anche dall’esplosione che molti creativi indipendenti hanno avuto sui social media. Tra ideatori di concept kit, gente che utilizza le maglie delle squadre per creare borse o altri accessori e artisti visuali che includono l’immaginario dei club nelle loro opere, il mondo del calcio ha raggiunto un interessante mix di creatività che ha aiutato a portare i prodotti performance, come appunto le maglie da calcio, nei feed di figure importanti del mondo della musica e della moda.
Tra le figure creative di spicco troviamo Diana Al Shammari aka @thefootballgal, nota per la personalizzazione dei kit calcistici con l’uso di perle ed elementi floreali cuciti su di essi. Da sempre le ispirazioni di Diana sono l’arte rinascimentale italiana, l’Art Déco e l’Art Nouveau, motivo per cui non poteva esimersi dalla personalizzazione dei nuovi kit della Nazionale Italiana che proprio nel rinascimento tracciano la loro origine. Colpiti da quanto creato da Diana, abbiamo deciso di farle qualche domanda per capire più nel dettaglio il suo lavoro e la sua storia personale.
Ciao Diana! Parliamo prima di te. Sei cresciuta tra Iraq, Egitto e Stati Uniti, ora sei in Inghilterra. Quando e dove è iniziato esattamente il tuo amore per il calcio? Quali differenze hai visto nel modo in cui si vive il calcio in questi paesi?
Il mio amore per il calcio è iniziato quando ero bambina in Iraq. Mi capitava di rimanere alzata a guardare le partite di calcio con mio padre, altre volte invece rubavo le maglie da calcio di mio fratello maggiore e le indossavo in casa, poi mi univo a lui e ai suoi amici quando giocavano per strada. Dopo essermi trasferita in Egitto nel 2005, il calcio era praticamente l’unica cosa costante intorno a me e mi ha davvero aiutato a far fronte al caos che mi circondava. Ho notato che il calcio ha molto più valore e significato per le persone in parti piuttosto instabili del mondo. È sicuramente molto più apprezzato in certe parti ed è davvero un veicolo di speranza per quelle persone. Almeno, questo è quello che ha fatto per me.
Quando e perché hai deciso di aggiungere ricami alle maglie da calcio? Come pensi si sia evoluto e cambiato il tuo lavoro man mano che continuavi a personalizzare le maglie?
Praticamente da sempre. Ho voluto cercare di personalizzare le maglie da calcio per tanto tempo, ma ci ho messo molto per cominciare perché avevo sempre paura del risultato finale. E se sembra stupido? E se rovina la maglietta? Poi un giorno ho capito che c’era un solo modo per scoprire e ottenere le mie risposte. Nel 2017 ho pubblicato la foto di una maglia da trasferta dell’Ungheria ricamata e tutti quelli che conoscevo nel calcio l’hanno amata. Con la pratica, il mio lavoro si è decisamente evoluto e ho iniziato a creare nuovi modelli. Penso che sia principalmente grazie ai miei clienti e a tutti coloro che apprezzano il mio lavoro che ho iniziato a sperimentare maggiormente, sono loro che mi hanno dato la fiducia e la libertà creativa nel provare le mie idee folli.
L’Art Déco e l’Art Nouveau sono due influenze principali nel tuo lavoro, quindi presumo che tu abbia subito amato le nuove divise degli Azzurri. Questi kit risalgono al Rinascimento italiano, ai dipinti e all’architettura del XV secolo. Ti sei concentrata su edifici, dipinti o arte italiani specifici per sviluppare i ricami su questi kit?
Sì, sicuramente è stato amore a prima vista tra me e le nuove maglie dell’Italia! Non mi sono concentrata su architetture o dipinti specifici per sviluppare i progetti. Il mio scopo principale era concentrarmi su elementi del Rinascimento italiano: ho cercato di mettere particolare enfasi sulla simmetria, sulle forme naturali e sulla ricerca del movimento attraverso i disegni floreali.
Il colletto della maglia azzurra è la mia parte preferita tra quelle da te lavorate. Puoi parlarci di come l’hai fatto e perché?
Grazie! L’ho creato utilizzando un insieme di perline con diverse dimensioni, forme e colori che ben si legavano alle sfumature blu sulla maglietta. Il motivo è che volevo attirare gli occhi dello spettatore sul colletto, creando un punto focale su di esso, per poi spostarlo sul resto della maglietta. Mi piaceva anche l’idea di aggiungere perline sulle maglie da calcio.
Gli edifici storici sono anche una delle tue principali ispirazioni. Recentemente PUMA si è concentrata sull’architettura come principale fonte di ispirazione per i suoi kit. Qual è il tuo preferito?
Sceglierne uno sarebbe un crimine e, onestamente, non posso scegliere un solo kit. Ecco tre dei miei preferiti (oltre a quelli dell’Italia): la maglia away dell’Austria, quella casalinga del Milan e la terza divisa del Manchester City.