Matthew M. Williams guarda al lavoro dei suoi predecessori e all’eredità di Hubert de Givenchy per ideare la collezione autunno/inverno 2022. Ci sono le grafiche ribelli tanto amate da Riccardo Tisci, la drammaticità di Alexander McQueen, la raffinatezza di Clare Waight Keller e soprattutto la couture del fondatore della maison. Quest’ultima viene inaspettatamente trasferita negli archetipi del prêt-à-porter attraverso un processo di rielaborazione che eleva l’ordinario con lo straordinario rendendo il look formale adatto a tutti i giorni.
In realtà volevo creare una sintesi tra una femminilità potente e sofisticata, con un effetto di molteplici influenze americane e parigine, sportive e artigianali. Accanto a lei c’è un uomo contemporaneo con un atteggiamento di chic nonchalance. Sulla passerella, entrambi sono legati da un profondo senso della realtà.
Matthew M. Williams, direttore creativo di Givenchy
Il contrasto è il vero punto cardine di questa stagione: le silhouette sono semplici e imponenti, ornamentali e funzionali, pure e audaci, classiche e radicali, strutturate e lineari al tempo stesso, sia nei capi maschili che in quelli femminili.
I modelli e le modelle che sfilano attraversando una passerella sospesa di vetro e acciaio sfoggiano pezzi in denim consumato con paillettes e perle, abiti di lana con ruches, pantaloni ampi dal taglio sartoriale, capispalla con la stampa gattopardo del 1955 e soprabiti voluminosi. Per quanto riguarda invece le borse, troviamo la New Hobo con il rinomato Lucchetto, la Kenny e la 4G trapuntata; mentre tra le sneakers svetta la TK 360 con il suo design futuristico e la struttura interamente realizzata in maglia.
Tutto riconduce a un’idea di tailoring estremamente contemporanea e un po’ sperimentale che lega il lusso alla funzionalità, nonostante sia costellata di elementi presi in prestito dagli archivi.