The Night Skinny è senza dubbio uno dei migliori producer che il panorama rap italiano abbia mai avuto. Al di là di ogni discorso da bar o polemica da social: Skinny è da tempo il ponte di collegamento che prima non c’era tra nuova e vecchia scuola, il beat che accontenta ogni orecchio.
Il lavoro di un producer, per quanto apprezzato, nell’immaginario collettivo tende sempre ad essere incastonato in un contenitore più piccolo rispetto a quello occupato dall’artista. Spesso, percepiamo i produttori solo come elementi strettamente dipendenti dalla voce dei rapper, dalla loro influenza. Oggi “Mattoni” di The Night Skinny è disco di platino, e questa è la conferma che nessuno aveva capito niente.
Quando il dj di Termoli ha annunciato questo progetto sui social, l’album di un producer in cui i rapper erano ospiti e non assoluti protagonisti, in molti ne hanno messo in discussione l’idea e il reale potenziale. Non sono mancate remore e perplessità, con l’impressione generale che un disco che in copertina portasse il nome di un produttore invece che quello di un cantante fosse già, in partenza, un buco nell’acqua.
Giorno dopo giorno, i 16 singoli di “Mattoni” si sono fatti spazio nei club, nelle playlist, ma soprattutto nelle nostre giornate. Senza aver avuto neanche il tempo di accorgertene, stavi già canticchiando il ritornello di “Novità” mentre prendevi la metro, ascoltavi “Stay Away” quando accendevi l’ultima sigaretta della giornata o rimettevi per la quarta volta di fila “Street advisor” senza nemmeno aver lasciato alle ultime note lo spazio di esaurirsi.
Quella di Skinny è stata un’invasione educata, l’esatto contrario degli album di hit commerciali costruiti a tavolino che siamo soliti sentire, i dischi che fanno miliardi di ascolti le prime due settimane e alla terza nessuno ne ricorda il nome, “Mattoni” è un’altra cosa.
Senza riedizioni e cazzate simili, il disco ha dimostrato di essere solido. Sono contento che sia piaciuto davvero. Ci sono brani che sono stati apprezzati più di altri, ma nel complesso tutto l’album ha lasciato un’impronta indelebile.
Night Skinny su Instagram
L’altro aspetto che emerge con pacatezza nel progetto è un sentimento di rivincita. Il producer ha finalmente dimostrato che, quando si fa della buona musica, tutto il resto, dal grano cash caramello al malato meccanismo delle views, non conta niente. La musica arriva dove deve arrivare.
Raggiungere un platino è un grande traguardo per un artista, ma lo è ancor di più per un produttore. Farlo a 37 anni è un valore aggiunto ulteriore, perché insegna, a me in primis, che non è mai troppo tardi per raggiungere la vetta.
Night Skinny su Instagram
Un’altra immagine che prende forma tra le note del disco è la scelta di non scendere a compromessi rispetto ai propri sogni, finché non si realizzano. In un ambiente dove siamo soliti osservare delle comete, accendersi, bruciare, e poi sparire in un secondo, Skinny è Venere, quella luce che alzi lo sguardo e la vedi, una certezza.
“Mattoni’” è il disco di un sognatore, di un folle, di un maniaco di questa musica ed è la prova che anche i produttori in Italia ce la possono fare. Spero che sia il “cavallo di Troia con dentro gli altri’’, come diceva Marracash.