Cala il sipario sulla Paris Fashion Week e con essa si chiude il cerchio che ci ha anticipato tutte le collezioni autunno/inverno 2021. Anche questa edizione è stata segnata dai limiti della pandemia, che ha costretto il calendario delle maison a reinventarsi in versione digitale ma soprattutto ha giocato un importante ruolo nelle ispirazioni degli stilisti. C’è chi immagina un futuro ancora caratterizzato da preoccupazioni e disagi, mentre al contrario altri vogliono guardare avanti con più ottimismo e spensieratezza. In entrambi i casi l’elemento comune continua ad essere la tendenza sartoriale, declinata in sempre più innovative ottiche di prospettiva. Così, tra presentazioni co-ed che affermano la direzione verso una spiccata tendenza gender fluid e défilé interamente dedicati alla donna, scopriamo quali saranno i pezzi cult da avere nel guardaroba per la prossima stagione.
Qui sotto abbiamo raccolto le cinque migliori sfilate.
L’ecofuture di Marine Serre
Nella visione di un futuro post-apocalittico immaginata da Marine Serre, la famiglia continua ad esistere ma viene rappresentata con più inclusività e apertura. In questo scenario l’attenzione è rivolta soprattutto alla sostenibilità, con una collezione uomo e donna realizzata utilizzando per il 50% articoli rigenerati e per la restante metà capi ricavati da fibre riciclate. Tutto ciò è reso possibile soprattutto grazie a un’abilità magistrale nella tecnica del patchwork e nel riassemblamento di silhouette destrutturate. E così tra un look e l’altro si vedono comparire delle t-shirt vintage dei Motörhead, oppure sciarpe tartan che diventano kilt scozzesi. Immancabile come sempre il pattern Crescent Moon, il quale tappezza giacche in pelle, bodysuit e denim laserato. L’immaginario caleidoscopico di stampe eccentriche in contrasto e strutture ibride nella linea “CORE” definisce un concetto che secondo la designer sarà la chiave dei prossimi anni: il cosiddetto “Ecofuture“.
Rick Owens a Venezia
Rick Owens si mette alle spalle le polemiche suscitate in occasione della sfilata maschile di fronte al Tempio Votivo e riparte dalla donna con una collezione che ancora una volta riprende il tema del giardino dei Getsemani, il luogo di Gerusalemme in cui, secondo i Vangeli, Cristo si ritirò dopo l’Ultima Cena per pregare e attendere la sua crocifissione. Il titolo dunque rimane “GETHSEMANE” e l’atmosfera è altrettanto cupa e apocalittica, merito soprattutto di una suggestiva location che ritrae un molo del lido di Venezia durante una giornata uggiosa e della colonna sonora dark. Il panorama è in perfetta linea con i look che vediamo sfilare indosso alle modelle, caratterizzati da un’esasperazione di volumi e strutture asimmetriche che rendono ogni pezzo un elemento concettuale. Le tonalità sono le solite: il marrone, il nero, il panna, il grigio e qualche accenno di viola, mentre i materiali variano dal cashmere riciclato al raso, fino agli immancabili piumini imbottiti e un inaspettato tocco di paillettes. Slim fit e oversize si combinano sorprendentemente, tra maniche sproporzionate, ampie tuniche, collant aderenti e mascherine allungate. Non mancano poi i tanto attesi capi di maglieria, per l’occasione lacerati e ricomposti secondo un’attitudine brutalista.
Il completo nero secondo Thom Browne
L’ottica sartoriale di Thom Browne si concentra sull’inestimabile valore del completo nero nella moda, solo che lo reinterpreta, ne distrugge ogni preconcetto e lo rielabora secondo una fantasia couture. Per definizione si tratta di una collezione co-ed, ma maschile e femminile in questo caso non si distinguono, anzi, comunicano tra di loro fino a diventare una cosa sola. Ogni dettaglio è preziosissimo e rende possibile un sogno in cui i volumi e le forme non devono rispondere a nessuna regola. Tagli, asimmetrie, lavorazioni e drappeggi delineano degli outfit in cui la tradizione viene proiettata verso un nuovo ideale di eleganza. Il susseguirsi di bianco e nero, tra impeccabili blazer, borse a forma di animale, gonne con coulisse, elementi di taffetà di seta e mohair, vengono infine spezzati da una singola apparizione di luce: un fiabesco abito in lamé dorato che mantiene viva l’incoerenza all’interno di un universo conformato.
Le stranezze di Schiaparelli
Più che da indossare, la nuova collezione di Schiaparelli va interpretata come un esercizio artistico che celebra la creatività ribelle della maison e della sua fondatrice. Il direttore creativo Daniel Roseberry si ispira infatti al surrealismo e spinge l’haute couture ad adattarsi al prêt-à-porter, lasciando così una totale disinibizione verso la fantasia. L’elemento più ricorrente è quello dell’anatomia, che compare sottoforma di gioielli e dettagli in oro ricalcanti le forme di padiglioni auricolari, seni e quant’altro laddove non ci si aspetta. Il metallo quindi enfatizza il valore del corpo e ci rimanda alla mente le opere di Klimt ma con un approccio provocatorio. In ogni look con tessuti fluidi, tagli precisi e silhouette sartoriali, gli accessori sono fondamentali per catturare l’attenzione: tra essi spiccano delle calzature platform esagerate, così come degli occhiali-mascherina che arrivano fino al naso riprendendo un celebre modello di Bernhard Willhelm, che tra l’altro in tempi recenti ha ispirato anche TAKAHIROMIYASHITATheSoloist..
Miu Miu tra le Alpi
Miuccia Prada ama la moda, ma anche la montagna e lo sport. Con la collezione autunno/inverno 2021 di Miu Miu ce lo racconta molto bene, inventando il fittizio “Miu Miu Mountain Club“, che non vediamo sciare, bensì sfilare sulle piste innevate di Cortina d’Ampezzo. Il gruppo di modelle si avventura dunque tra la neve delle Alpi, sfoggiando un guardaroba di difficile connotazione. L’attitudine sportiva c’è con piumini oversize, mega doposci a pelo lungo e balaclava a uncinetto, ma al tempo stesso troviamo degli improbabili abiti in seta, inserti in raso, dettagli in pizzo e gioielli in cristallo. Il risultato è dunque l’ennesima rappresentazione del contrasto, tratto distintivo nella carriera della stilista, che questa volta scontra il romanticismo con la praticità descrivendo le mille sfaccettature di una donna, tra indoor e outdoor legati soltanto dalla voglia di evadere.