Doveva essere il vero ritorno alla normalità, ma così, di fatto, non è stato. Sì, lo sappiamo, non è la prima volta che utilizziamo questa frase per parlare della Milano Fashion Week, ma a quanto pare neanche il mondo della moda riesce a sganciarsi dalle difficoltà che stiamo vivendo. C’è chi dice che sia lo specchio della realtà e dunque è normale che certe situazioni vi si riflettano e c’è chi invece sostiene che non sia il contesto adatto per affrontare determinati temi; ad ogni modo, queste visioni hanno fatto sì che si creasse un clima di incertezza. Giorgio Armani, per esempio, ha deciso di optare per un défilé in totale silenzio, alcuni partecipanti hanno voluto dimostrare il loro sdegno nei confronti della guerra con bandiere e cartelloni di protesta, e altri ancora hanno preferito vivere nel modo più normale possibile la kermesse.
Il lato positivo è stato che finalmente tutte le sfilate sono tornate in presenza, con ospiti dal vivo, top model e tanta creatività. Tra proposte co-ed e collezioni interamente dedicate alla donna i vari brand hanno quindi presentato le loro nuove creazioni per la stagione autunno/inverno 2022.
Ecco alcuni show da recuperare.
Moschino
L’allestimento della location cita “2001: Odissea nello Spazio” di Stanley Kubrick, ma i capi dicono tutt’altro. La geniale assurdità del direttore creativo Jeremy Scott colpisce ancora con una stravagante collezione che ripropone alcune creazioni iconiche di Franco Moschino. In un misto tra bon ton e Surrealismo gli arredi in stile Luigi XIV si trasformano come per incanto in abiti couture, dimostrando per l’ennesima volta che tutto è possibile. Gli occhi sono puntati sui bottoni a forma di posate e sulle manopole di rubinetto come elementi di prêt-à-porter, due riferimenti all’archivio del 1989 e 1990 di Moschino. Si prosegue poi con lampadari in cristallo da indossare come orecchini ed estrosi copricapi magistralmente realizzati ad hoc dal modista Stephen Jones. Il messaggio? Fare del proprio look uno spettacolo, senza paura di osare con un tocco d’irriverenza.
AMBUSH
AMBUSH debutta con la sua prima sfilata in calendario alla Milano Fashion Week. Per l’occasione la talentuosa Yoon Ahn allestisce una distesa di sabbia indoor con al centro una grande sfera illuminata. Un contesto perfetto per presentare una collezione che sembra venire direttamente da un altro pianeta. Un occhio di riguardo è rivolto ai capisala o comunque ai top degli outfit, che vengono visti come massima espressione di design e sperimentazione. Quindi trench in stile Matrix, blazer sartoriali dal taglio squadrato, montoni reinventati e giubbotti di pelle allungati. Non meno interessanti gli abiti cut out e le borse con hardware logati, per non parlare degli stivali che riprendono l’estetica gothic lolita. Tutto molto sexy.
Marni
L’ex Manifattura Tabacchi si trasforma in un non-luogo dove piante selvagge sbucano dal buio per Marni, che con la collezione autunno/inverno 2022 racconta una visione del futuro estremamente personale. Protagoniste sono le cose che conserviamo, quelle ereditate o che semplicemente evocano ricordi, veri e propri feticci che malgrado il passare del tempo vengono riparati pur di non essere gettati. Tutto ha un’aria vissuta e il vecchio diventa nuovo: un chiodo vintage è ora un copricapo, i pezzi di maglia incompiuti si trasformano in balaclava sinistri, l’abito da sera è stato ricostruito sulla base di motivi d’antan, le maglieria si indossa anche se completamente lacerata e le giacche esibiscono con orgoglio il look sgualcito.
Bottega Veneta
Dimenticatevi il maxi-intrecciato, i Puddle Boots, le linee radicali, il clubwear e l’estetica caramellosa. Praticamente dite addio a tutto ciò che ha segnato l’era di Daniel Lee da Bottega Veneta. Con il suo debutto alla guida del marchio, il nuovo direttore creativo Matthieu Blazy vuole ripartire da zero abbracciando uno spirito più da intenditore che da instagrammer. Si torna quindi alle origini del brand, con quell’attenzione sublime per l’artigianato. Se a prima vista la collezione è apparsa poco sorprendente, è in realtà guardando ai dettagli che ci si rende conto dello straordinario lavoro fatto. Quelli che sembrano jeans sono in realtà pantaloni di pelle, le gonne alternano uno strato minimale a un interno frangiato e l’attenzione ritorna sulle borse più che sull’abbigliamento.